Lo zainetto fiscale: cos’è come si usa. Guida completa

21 Giugno 2024

zainetto fiscale

Lo zainetto fiscale riassume le minusvalenze che l’investitore ha accumulato, con indicazione degli anni di formazione (e di scadenza). In questo articolo esploreremo cos’è lo strumento, come funziona e quali sono i suoi vantaggi principali.

Cos’è lo zainetto fiscale?

Lo zainetto fiscale è un meccanismo introdotto dal governo italiano per permettere ai contribuenti di accumulare e utilizzare eventuali crediti d’imposta non utilizzati. In pratica, funziona come un contenitore virtuale dove vengono “conservati” i crediti derivanti da minusvalenze pregresse che potranno essere compensati da utili derivanti da vendite successive.

Una delle prime banche in Italia che riassunse i dati fiscali dei clienti che operano nel regime del “risparmio amministrato” in questo strumento fu Fineco.

Come funziona lo zainetto

Quando il cliente di una banca, che fa da sostituto di imposta, vende un prodotto finanziario l’intermediario determina la plusvalenza (se l’operazione si è chiusa in utile) o la minusvalenza se si è venduto in perdita. Nel caso in cui si sia contabilizzata una perdita essa entrerà nello zainetto fiscale e rappresenterà un credito di imposta nei confronti dell’Erario.

Seguendo un processo cronologico gli utili derivanti da operazioni successive saranno compensati (se possibile) da perdite realizzate in precedenza. In particolare gli articoli 44 e 45 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) dicono, attraverso una casistica, quali siano i redditi da capitale:

  • le rendite perpetue;
  • i proventi derivati da prestiti;
  • gli utili derivanti dalla partecipazione in capitali di società;
  • i dividendi societari;
  • le remunerazioni delle azioni derivanti dalla partecipazione agli utili.

Questi tipi di reddito non sono compensabili con eventuali crediti di imposta presenti nello “zaino”. Solo i redditi diversi, derivanti da utili o perdite di “negoziazione”, infatti, potranno essere compensati. Ricorda che i proventi derivanti dalla vendita di fondi comuni di investimento o di ETF subiscono una classificazione asimmetrica. Essi sono redditi di capitale se positivi e redditi diversi se negativi.

Da ciò deriva l’impossibilità, stante la normativa attuale, di utilizzare il guadagno di un ETF venduto in guadagno per recuperare la perdita di uno liquidato in minus. Le alternative per superare il problema sono due:

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  • inserire gli ETF all’interno di una polizza Unit Linked del ramo 3. In questo caso potrai compensare anche le minus da ETF, ma attento ai costi sul prodotto;
  • usare singoli titoli, come azioni, obbligazioni o certificates facendo bene attenzione a ciò che fai.

Zainetto fiscale e titoli di Stato

La tassazione di tutti gli strumenti finanziari, ad esclusione dei titoli di Stato, è del 26% mentre questi ultimi sono soggetti all’aliquota del 12,50%. Ciò significa che potrai compensare una plusvalenza derivante, ad esempio, dalla vendita di un’azione con una minus derivante dalla liquidazione di un BTP, ma dovrai rettificare il credito fiscale.

Solo il 52% della plusvalenza potrà essere recuperata, a causa della differente imposizione fiscale. Ti faccio un esempio per spiegarmi meglio.

  • importo della minus sul BTP: 1.000 €
  • credito fiscale sul BTP: 12,50% di 1.000 ossia 125 €
  • importo della plusvalenza sull’azione: 1.000 €
  • importo dell’imposta: 26% di 1.000 ossia 260 €
  • imposta da pagare: (260-125) = 135 €

Potremmo ottenere lo stesso risultato facendo: 1.000 € (utile da compensare) x 52% (credito fiscale) per 26% (imposta).

I nostri consigli

Poiché gli intermediari seguono un ordine cronologico nel calcolare le imposte da pagare, conviene vendere prima i titoli in perdita e poi quelli in utile. Se, ad esempio, devi ribilanciare un portafoglio inizia a liquidare i titoli in sofferenza. Il giorno successivo, invece, liquiderai i titoli in guadagno.

Così facendo permetterai alla banca (o alla SIM) di aggiornare la tua posizione fiscale e userai immediatamente il credito che hai prodotto. Ci sono due eccezioni a questa regola:

  • se hai già un credito fiscale “capiente” da minusvalenze pregresse non farti alcun problema e vendi pure ciò che è in profitto. Se, ad esempio, ho 1.000 € di minus che corrispondono a 260 € di credito fiscale, potrò generare utili fino a 1.000 € in esenzione di imposta. Solo se l’operazione in utile supera il credito e devi anche chiudere qualcosa in perdita potrai seguire la regola che ti ho detto;
  • se vendi ETF (ma non ETC) procedi senza un ordine preciso. Purtroppo, come abbiamo visto, i guadagni non sono compensabili.

Per questo siamo qui…

Era il 7 dicembre del 2009 quando pubblicammo il nostro primo articolo su blogspot. Una data simbolica, perché a Milano è festa patronale e Milano è la capitale della finanza. Da allora non abbiamo mai interrotto la nostra missione per aiutarti ad investire in modo diverso, usando la testa e non lo stomaco e credendo nella semplicità.

Ecco come si concretizza il nostro impegno per te:

Think different. Invest differently.

Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari