Le obbligazioni sono l’amore/odio dell’investitore italiano. Fino agli anni ’90 erano l’unico investimento fatto praticamente da tutti grazie alla redditività elevata ed ai rischi bassi. Poi le cose sono cambiate. Il default dell’Argentina nel 2001 e della Parmalat nel 2003 hanno dimostrato che anche con i bond si può perdere.
Poi si è “messa di mezzo” la BCE con il suo Quantitative Easing, il piano di acquisto di titoli di Stato che ha ulteriormente ridotto i rendimenti dei bond. Eppure, nonostante tutto, investire in obbligazioni conviene ancora nel 2018, per tre ragioni che ora ti dirò.
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Quanto Renderanno i Bond in Futuro?
La prima domanda da porsi, per decidere se un investimento in obbligazioni abbia senso, riguarda il tasso di rendimento. Se è vero che stimare il guadagno del mercato azionario è molto complesso, sapere quale sarà il guadagno di un bond è molto più semplice. Sebbene il rendimento stimato ex ante faccia alcune ipotesi circa alcune variabili (prima tra tutte il tasso di reinvestimento delle cedole), esso è un’ottima stima del rendimento effettivo che si otterrà ex post.
Esistono studi accreditati che quantificano un legame molto stretto tra i due tassi, con un coefficiente di correlazione pari allo 0,95.
Prendendo l’Italia a riferimento, è ragionevole ipotizzare che il guadagno che i bond offriranno nei prossimi dieci anni si aggirerà intorno al 2,50% circa, il rendimento effettivo a scadenza medio sui titoli decennali.
L’investimento in obbligazioni ha offerto, nel lungo periodo, rendimenti costantemente inferiori rispetto ad un investimento in azioni. Date queste premesse, allora, perchè mai un investitore consapevole e accorto dovrebbe continuare ad avere bond in portafoglio? Si tratta di una domanda che viene posta spesso tra gli iscritti all’Investment Club ed alla quale daremo ora una risposta.
Investire in Obbligazioni Conviene Ancora. Ecco Perché
In Certe Condizioni Bond Possono Rendere più delle Azioni
Sebbene nel corso di periodi di tempo lunghi le azioni abbiano “dominato” le obbligazioni in quanto a rendimenti, è pur vero che il lungo periodo può essere “frammentato” in sotto-periodi più brevi. E in alcuni di questi le obbligazioni hanno ottenuto performance superiori alle azioni, niente meno.
Uno studio fatto da Jack Bogle sul mercato Usa mette in luce che nei 117 anni che vanno dal 1900 al 2017, le obbligazioni hanno superato le azioni in 42 anni (il 36% delle volte, ossia in media un anno ogni 3). Nei 112 quinquenni le obbligazioni hanno “battuto” le azioni 29 volte (il 26% del tempo ossia un quinquennio ogni 5). Nei 103 periodi di 15 anni le obbligazioni hanno superato le azioni per 13 volte (il 12% delle volte ossia un quindicennio su 10 circa).
Come puoi notare il numero di volte in cui i bond hanno reso più delle azioni si riduce drasticamente con il trascorrere del tempo. Su periodi brevi, un anno ad esempio, c’è una alternanza più frequente sul podio. A causa della erraticità dei rendimenti azionari le obbligazioni possono essere un investimento migliore, soprattutto quando il mercato azionario storna.
Le Obbligazioni Stabilizzano il Portafoglio
La seconda ragione per cui conviene investire in obbligazioni nel 2018 riguarda la loro funzione stabilizzatrice. I bond presentano una correlazione negativa con le azioni ed una volatilità ridotta. Sebbene, come vado ripetendo da tempo, il vero generatore di performance del futuro siano le azioni, convengo che non avrebbe alcun senso un portafoglio composto per il 100% da azioni, nemmeno per un investimento di lunghissimo periodo.
La presenza di obbligazioni in un portafoglio diversificato ne ottimizza il rapporto rendimento rischio, abbattendo la volatilità in misura maggiore a quella che è la riduzione dei rendimenti.Una quota di obbligazioni sicure in tasca ti rende anche più sereno negli inevitabili momenti di storno dei mercati azionari, evitandoti di agire di impulso liquidando tutto nel momento peggiore.
I Rendimenti delle Obbligazioni, Nonostante Tutto, Restano Competitivi
Il guadagno che possiamo immaginare di ottenere nei prossimi dieci anni da un impiego in bond è pari al 2,50% circa, per quanto riguarda l’Italia. Il rendimento delle azioni, in termini di dividendo, è molto simile in diverse aree geografiche.
La tabella che segue evidenzia il “dividend yield” ossia il rapporto tra i dividendi ed il prezzo di alcune aree geografiche. Il dato in verde indica che le azioni sono più redditizie delle obbligazioni. Il dato in rosso indica una maggiore convenienza dell’investimento in obbligazioni.
Come puoi vedere il rendimento delle obbligazioni è allineato con quello delle azioni ed in alcuni casi addirittura maggiore.
Alcune Riflessioni Libere su Azioni e Bond nell’Estate del 2018
Il prof. Jeremy Siegel, autore del bestseller Stocks for the Long Run coni suoi studi diede il là ad un altro libro molto controverso, uscito negli anni 2000, dal titolo “Dow Jones a 36.000” in cui gli autori sostenevano che poiché nel lungo andare azioni e obbligazioni hanno lo stesso rischio, secondo Siegel, allora occorreva fare una previsione circa il futuro valore dell’indice della borsa Usa usando ipotesi più generose.
Gli autori arrivarono anche a stimare un valore “equo” per l’indice Dow Jones di 36 mila punti, che sarebbero stati raggiunti entro pochissimi anni.
Il Dow a 36.000 punti non è mai arrivato, ma il messaggio risuona ancora oggi nella testa di molti investitori è chiaro:
quando i rendimenti delle obbligazioni e delle azioni sono simili le borse sono sopravvalutate.
Se sei convinto di questo hai un motivo in più per investire in obbligazioni. Ma anche se, come me, non credi che stia per arrivare un ribasso duraturo delle quotazioni azionarie, una parte di bond in portafoglio è utile per costruire un investimento equilibrato.
Permettimi, in chiusura di articolo, di suggerirti due risorse utili per approfondire ed essere maggiormente operativo.
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Io resto a tua disposizione per le tue domande nei commenti ma ti chiedo una cortesia. I COMMENTI devono essere PERTINENTI con il contenuto dell’articolo.
A presto e buon investimento!!
Giacomo Saver