Il TOL è esploso. Nel 2020 gli scambi sul trading on line sono arrivati a 91 miliardi di euro. Ma presto gli investitori si bruceranno.
Trading on line: una vecchia ossessione
La mania speculativa che si era impadronita delle menti degli investitori nel 2000 è tornata. Gli scambi legati al TOL, infatti, sono passati dai 73 miliardi di euro del 2019 ai 91 miliardi del 2020. I dati, peraltro, sono fermi ad agosto.
L’AIM, il mercato alternativo del capitale di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese, prende il 38% degli scambi. È inevitabile che presto o tardi gli investitori si brucino a causa delle conseguenze nefaste legate al trading on line.
Gli speculatori cercano titoli volatili mentre le banche promuovono l’attività di trading, divenuta di nuovo redditizia per gli intermediari. Borsa Italiana fa la sua parte. Nel 2000 assecondava la mania speculativa attraverso la creazione del TAH (trading after hour), mentre oggi lancia il micro Fib: un derivato con una soglia di accesso di soli 4.000 € dotato di effetto leva.
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Le ragioni della risurrezione del TOL
Perché il Trading On Line (TOL) ha conosciuto una seconda giovinezza? La ragione, piuttosto semplice, va ricercata nella situazione attuale che stiamo vivendo.
Nel momento in cui scrivo imperversa la paura da COVID-19, che costringe le persone a stare a casa. Mentre la ricerca di nuove fonti di reddito è divenuta per molti una necessità.
L’illusione del guadagno
Studi neuropsichiatrici eseguiti in America hanno dimostrato come l’anticipazione di un guadagno futuro generi una risposta molto forte a livello cerebrale.
In sintesi, il nostro cervello produce dopamina, se stimolato dall’idea di guadagnare tanto in poco tempo. Il rilascio di dopamina rende le persone euforiche, facendo provare loro la stessa sovraeccitazione che producono gli stupefacenti.
Se tutto questo è amplificato dalla clausura e dalla ridotta mobilità, i conti tornano. Assaliti dalla noia gli investitori cercano un diversivo che riempa le loro giornate. Poco importa se vuoterà i loro portafogli.
Il bisogno di soldi
Pubblicità ingannevoli che mostrano persone normali sorridenti, divenute ricche grazie al trading on line, spinge gli investitori a cercare un incremento istantaneo della propria ricchezza. Chi non si accontenta dei rendimenti ridicoli dei BTP, invece di informarsi per cercare alternative redditizie a rischio controllato, si getta nella fossa della speculazione finanziaria.
I pericoli del TOL
L’attrazione fatale esercitata dal trading on line nel 2020 porta con sé i semi della sventura. In particolare tre sono le conseguenze nefaste che questo tipo di attività produce. Anche in chi, di fatto, non pratica il TOL.
Overconfidence
Il trader che riesca a chiudere una o due operazioni in guadagno ha una probabilità maggiore di finire in rovina. Il buon esito del “trade”, infatti, spinge all’assunzione di rischi sempre maggiori.
Anche chi perde tende a sottovalutare il fenomeno per concentrarsi, invece, sulle vittorie. Questo atteggiamento mentale finirà per propagarsi anche agli altri investimenti, facendo correre rischi eccessivi che si tradurranno in perdite certe al primo ribasso.
Controllo dell’incontrollabile
Il TOL fa credere, erroneamente, che i mercati siano controllabili. E che un attento esame della serie storica dei prezzi, insieme con la loro evoluzione, basti ad avere tutto sotto controllo.
Enfasi sul market timing
Il trader punta tutte le sue carte nella definizione del momento ottimale per comprare e per vendere. Invece di basarsi su cosa ci insegnano la storia e la statistica, e fare affidamento sul lato reale dei mercati, egli punta sul breve periodo.
Tuttavia accreditati studi piuttosto noti dimostrano che il market timing è responsabile del 20% circa dei rendimenti di lungo periodo di un portafoglio equilibrato. Il trader che usa il timing, inoltre, va contro il mercato sfidando le migliori menti viventi sul Pianeta.
Stare alla larga dai richiami sexy del trading on line è tutto ciò che deve fare l’investitore accorto. In questo modo eviterà di perdere il suo denaro nell’illusione di un guadagno istantaneo.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari