Tapering, tutto quello che c’è da sapere

17 Novembre 2021

tapering

Il tapering è la riduzione progressiva degli acquisti di titoli di Stato da parte di Fed e BCE. Scopri gli effetti della manovra sui mercati.

Che cosa è il tapering

Con il termine tapering si intende il progressivo rientro dalle politiche monetarie espansive al fine di ripristinare una normalità monetaria. Esso si traduce nell’allentamento degli acquisti di titoli su larga scala iniziati con la crisi dei mutui subprime del 2008.

La Federal Reserve, allora guidata da Ben Bernanke, iniziò ad acquistare titoli del Tesoro Usa per sostenere l’economia. Tale manovra, nota come quantitative easing, o QE, doveva avere natura transitoria. Infatti mano a mano che i titoli acquistati andranno in scadenza, la Banca Centrale potrebbe decidere di non rinnovarli. O, in alternativa, di venderli in anticipo, così da ridurre l’ingente massa di liquidità immessa nel sistema economico.

Il termine tapering fu introdotto per la prima volta dallo stesso Bernanke nel 2013 quando suggerì il rallentamento del programma di acquisto di asset finanziari da parte della Federal Reserve.

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Che cosa è il quantitative easing?

Il quantitative easing è un programma adottato dalle banche centrali che si traduce nell’immissione di liquidità nel sistema economico attraverso l’acquisto di bond. Lo scopo, in breve, è quello di stimolare un sistema economico, spingendolo fuori dalle sacche di una recessione.

Si tratta, in breve, di una manovra fatta quando i tassi di interesse sono a zero e non offrono margini per ulteriori riduzioni. L’acquisto sul mercato secondario di titoli pubblici e privati, spesso sotto forma di ABS O MBS, asset backed securities o mortgage backed securities, ne comprime i rendimenti attraverso la salita delle quotazioni.

In tale modo il costo per i debitori si riduce, permettendo a questi ultimi il ricorso a nuovi finanziamenti in modo più economico e semplice.

Cosa farà la FED?

L’allarme inflazione rende indispensabile l’azione della Banca Centrale Usa. Sebbene questa ritenga che il rialzo dei prezzi sia transitorio, essa dovrà accelerare il processo di riduzione dell’acquisto di titoli pubblici per normalizzare il corso della politica monetaria e contenere l’inflazione.

In particolare il Comitato direttivo ha deciso, di recente, di iniziare a ridurre il ritmo mensile degli acquisti di attività nette di 10 miliardi di dollari per i titoli del Tesoro e di 5 miliardi di dollari per i titoli garantiti da ipoteca. Ciò contrasta gli acquisti di 80 miliardi di dollari di Treasuries USA e 40 miliardi di MBS fatti a luglio 2021 per bloccare gli effetti della pandemia da COVID-19.

Cos’è un taper tantrum?

Si tratta di un rientro troppo veloce dalle politiche monetarie espansive avvenuto nel 2013. Dopo tre cicli di QE per stimolare l’economia, a maggio 2013 Ben Bernanke decise di diminuire gli acquisti. A causa di ciò i rendimenti iniziarono a salire più rapidamente del previsto, portandosi dal 2,2% al 3% durante l’estate. Nonostante le rassicurazioni fornite in merito al fatto che i tassi sarebbero restati bassi, il mercato reagì male.

Ci sono rischi di un taper tantrum nel 2021?

Jerome Powell, nel 2021, ha cercato di separare la riduzione del programma di acquisto di titoli dalle manovre sui tassi ufficiali. Il nuovo capo della FED, in breve, ha assicurato che prima ci sarà un rientro graduale dagli acquisti e solo in seguito si valuterà un eventuale rialzo dei tassi. La seconda manovra, infatti, è percepita come più “incisiva” e produce effetti maggiori.

Dato che i banchieri centrali imparano dagli errori commessi in passato è ragionevole ipotizzare che non si ripeteranno gli effetti che la manovra precoce ebbe nel 2013. In particolare la Fed ha annunciato che il programma di acquisto continuerà, seppur con un ritmo ridotto rispetto al passato.

In definitiva lo sgonfiamento del bilancio dell’Istituto avverrà in modo graduale, presumibilmente anche attraverso il mancato rinnovo dei titoli che giungono alla naturale scadenza.

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Perché la riduzione del bilancio della FED è problematico?

Dall’inizio della Grande Crisi del 2007-2009, la Federal Reserve decise solo una volta di alleggerire il proprio bilancio. Accadde tra il mese di ottobre 2017 e settembre 2019. Tuttavia l’accresciuta offerta di Treasury, in mancanza di un sostegno adeguato da parte della domanda, fece impennare i rendimenti. Ciò costrinse la FED a iniettare liquidità aggiuntiva intorno alla metà di settembre 2019.

Il mese seguente, però, la Banca ripristinò il programma di acquisto di titoli per 60 miliardi di dollari al mese fino a metà del 2020 quando, in seguito allo scoppio della pandemia, il ritmo fu nuovamente allentato. Il tentativo precedente di ridurre gli asset in pancia alla Banca Centrale più importante al mondo non sono andati bene. Ciò suggerisce cautela, in futuro, per manovre di questo tipo. È tuttavia innegabile che l’ipertrofico bilancio della FED dovrà essere ridotto, prima o poi.

Gli effetti del tapering

Nel 2013 il rientro troppo rapido dal programma di QE ebbe conseguenze notevoli. L’improvviso aumento dei rendimenti dei treasury statunitensi provocò deflussi di capitale e deprezzamento della valuta nei mercati emergenti come Brasile, India, Turchia e Sudafrica. A dicembre del medesimo anno gli acquisti furono ridotti da 85 a 10 miliardi di dollari al mese, provocando ulteriori tensioni sui mercati obbligazionari.

Al contrario l’indice azionario globale, MSCI WORLD, in euro, proseguì la sua corsa. Gli effetti della manovra riguardano, per lo più l’innalzamento dei tassi di interesse a lungo termine. Infatti la riduzione degli acquisti di titoli di Stato anticipa future strette sui tassi da parte delle Banche Centrali.

Questa sorta di effetto annuncio, pertanto, penalizzerà maggiormente i titoli obbligazionari a lunga scadenza, le cui quotazioni scenderanno più in fretta. Gli effetti del rientro degli acquisti avrà, invece, effetti dubbi sui mercati azionari. A preoccupare questi ultimi, infatti, non sono tanto le manovre restrittive delle Banche Centrali, quanto piuttosto l’andamento degli utili aziendali e, soprattutto, la dinamica inflativa.

Ed è a questa che l’investitore consapevole dovrà prestare attenzione.

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