Investi il 20-30% in azioni e il resto in obbligazioni e stai sereno. Perché non si tratta di scegliere, ma di combinare le due categorie in modo opportuno.
Azioni o obbligazioni?
La domanda che gli investitori si pongono è semplice: quante obbligazioni devo tenere in portafoglio? E qual è la parte ottimale da investire in azioni? Per arrivare alla risposta dobbiamo capire bene di che cosa stiamo parlando e analizzare i due titoli da una prospettiva nuova.
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Le azioni
Identikit dell’investitore in azioni
In breve: chi compra azioni cerca il rendimento. Esso, in particolare, può derivare dal flusso dei dividendi, dalla rivalutazione del capitale o da un mix dei due.
Sebbene le azioni siano titoli “di crescita”, i dividendi sono una parte importante del guadagno finale. Soprattutto in alcuni momenti storici e per alcune categorie di titoli.
Si dice comunemente che le azioni siano rischiose. Ma che offrano anche guadagni elevati.
Rendimento/rischio delle azioni
Riprendendo alcuni dati approfonditi nei corsi di formazione, possiamo fare una stima della redditività delle azioni. E del loro rischio.
La storia insegna che un paniere di azioni globali ha reso, in media, il 6% l’anno con una volatilità del 20%. Nonostante la performance possa essere migliorata con un’ottimizzazione, si tratta di un dato suggestivo.
Circa due volte l’anno il mercato azionario scende del 5%. Un anno ogni due ci sono cadute del 10%, mentre ogni 5 o 6 anni ribassi di oltre il 20% sono da mettere in conto.
Le obbligazioni
Identikit dell’investitore in obbligazioni
Chi investe in bond lo fa per avere gli interessi più la garanzia del capitale. Tuttavia lo scenario attuale ha cambiato molto le regole del “gioco”. Le obbligazioni pagano cedole basse, mentre le difficoltà economiche degli emittenti mettono in dubbio il rimborso del capitale.
Avere in portafoglio solo bond non ha più molto senso. L’obbligazionista “puro”, in definitiva, è una specie in via di estinzione.
Rendimento/rischio delle obbligazioni
Un tipico investimento in obbligazioni ha reso mediamente il 5% l’anno. Si tratta però di un dato fuorviante. Il decennio passato, infatti, ha visto scendere i tassi di interesse in modo irripetibile.
Ciò ha creato una situazione paradossale, in cui le obbligazioni hanno reso “troppo” con rischi eccessivamente bassi. La volatilità di un paniere di obbligazioni, infatti, è stata di appena il 4%.
Chi si affida a questi parametri per scegliere dove investire farà un buco nell’acqua, poiché il futuro sarà molto diverso. E più problematico.
Azioni più obbligazioni = successo
Saper mixare correttamente azioni ed obbligazioni per costruire un portafoglio personalizzato è un’abilità che ogni investitore deve affinare.
Volendo semplificare possiamo dire che la quota di azioni da inserire in portafoglio deve essere pari a 2 o 3 volte la perdita massima accettabile. A titolo di esempio se sono disposto a patire una fluttuazione del mio capitale del 10%, la quota azionaria dovrà essere compresa, pressappoco, tra il 20 ed il 30%.
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Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari