Perché l’Italia è a Rischio Default
La legge di stabilità 2018 impone seri rischi al nostro Paese. Le misure promesse in campagna elettorale dai partiti di maggioranza (superamento della legge Fornero e erogazione del reddito di cittadinanza) rischiano di portare il rapporto deficit/Pil al 2,40%. Oltre a rendere più difficoltosa la riduzione del debito, essa è una palese violazione al Patto di Stabilità europeo.
L’arroganza con cui esponenti del governo trattano l’Europa non fa altro che creare dell’acredine tra il nostro Paese e gli organi di governo comunitario. Con un debito pubblico così elevato non siamo nella condizione di dettare regole a nessuno, così come non lo è una famiglia sovra indebitata che pretende di “battere i pugni” sul tavolo dei banchieri che la finanziano.
Fino ad oggi lo “scudo” di protezione attivato dalla BCE (il quantitative easing) ha tenuto lo spread sotto controllo, ma l’avvicinarsi del termine del piano insieme alla forza travolgente dei mercati, stanno mettendo a dura prova la tenuta dei conti pubblici.
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Banche a Rischio Fallimento Italia
Dopo la crisi del debito del 2011, le banche hanno iniziato a investire massicciamente nei BTP e nei titoli del debito italiano. Questo fenomeno ha avuto due effetti sul sistema economico.
In primo luogo ha drenato risorse finanziarie destinate all’economia reale, perché le banche invece di prestare soldi alle imprese acquistavano BTP. In secondo luogo si è venuto a creare un pericoloso incesto in virtù del quale un ribasso dei BTP si traduce in una svalutazione del capitale proprio degli istituti. Ciò implica un peggioramento dei ratio patrimoniali che la BCE tiene sotto controllo per valutare la solidità delle aziende di credito.
Va da sé che le banche più a rischio sono quelle che in pancia hanno la maggiore quantità di titoli di debito. Ad oggi la situazione è sotto controllo, ma un eventuale default dell’Italia implicherebbe quasi automaticamente il fallimento delle banche, che vedrebbero azzerarsi o ridursi il valore delle loro partecipazioni in titoli di Stato.
Un Default “Economico”
Il rapporto debito/Pil è arrivato a quota 132%. Il Governo sostiene che le misure volte a stimolare la crescita ridurranno questo rapporto grazie all’aumento del denominatore: la crescita. Di diverso avviso sono il Fondo Monetario Internazionale e altri istituti di ricerca che stimano una crescita economica inferiore a quella prevista dall’organo politico.
L’Italia è a rischio fallimento nella misura in cui si è venuto a creare una “schema di Ponzi” naturale che richiede che ci siano creditori disposti a rinnovare i BTP in scadenza, prorogando così il problema della liquidità in un futuro più o meno prossimo. Se i timori di default dell’Italia diventassero più concreti per i mercati, i rubinetti della liquidità si chiuderebbero. Ci troveremmo quindi di fronte a quella che gli economisti chiamano “aspettativa auto-realizzante” che conduce proprio a ciò che temiamo.
Nel mondo l’economia sta rallentando, mentre il prezzo del petrolio e la guerra commerciale fanno sentire i loro effetti. Qualora arrivasse una recessione ci sarebbe bisogno di risorse pubbliche per tirare il sistema fuori dalle secche, come accadde nel 2008 con i salvataggi delle banche. Peccato che l’Italia con il debito pubblico che ha sulle spalle non sia nelle condizioni di reggere.
La prossima crisi, probabilmente, sarà peggio di quella del 2008.
Cosa Fare per Annullare i Rischi del Default dell’Italia
Investire in BTP nel 2011 era un sicuro affare. Oggi potrebbe esserlo ancora, con il decennale che rende più del 3%, ma i rischi sono maggiori rispetto a sette anni fa. Il rialzo dei tassi negli Usa ha portato il rendimenti dei Treasury oltre il 3%. Gli investitori globali possono scegliere se comprare “carta” italiana che presenta indubbi rischi, oppure investire nei più sicuri buoni del Tesoro statunitensi.
Ecco tre mosse per scongiurare l’ipotesi di un default dell’Italia, e le sue conseguenze sui tuoi investimenti. Le mosse sono graduate sulla base della tua paura. La prima è per chi dà quasi per certo il default del Paese, le altre due per chi è meno intimorito.
Investire Fuori dall’Euro
Non ci sono dubbi sul fatto che l’Italia sia troppo grande per fallire. Forse è proprio questa consapevolezza che ha spinto i nostri governanti verso la linea dura contro l’Europa. Se temi che l’Italia sia davvero ad un passo dal baratro, la cosa migliore da fare consiste nell’aprire un conto presso una banca extra comunitaria e trasferire titoli e liquidi presso quell’istituto. Il conto e i titoli ad esso collegati dovranno essere investiti in valute non euro, per evitare che un eventuale default dell’Italia si trasmetta all’Euro, decretandone la fine.
Investire in Italia, ma Fuori dal Paese
Se sei preoccupato ma non spaventato, la cosa migliore che puoi fare è usare la tua banca in Italia per comprare strumenti finanziari esteri. Ad esempio puoi creare un portafoglio investimenti completamente al di fuori dello Stato, usando ETF e prodotti a vocazione internazionale. In questo modo la turbolenza che colpisce l’Italia non si trasmetterà al tuo portafoglio.
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Ridurre il Peso dei BTP
Se sei convinto che l’Italia stia attraversando una bufera passeggera, limitati a ridurre il peso dei BTP in portafoglio, ma solo se la quota che hai impiegato in questi strumenti è “rilevante” per te. Al contrario se non hai BTP, potresti pensare di comprarne un po’, in un’ottica contrarian, se ritieni che il rendimento offerto nella bufera dello spread sia soddisfacente.
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Giacomo Saver