Rapporto rischio rendimento, cos’è come si calcola

18 Settembre 2024

rischio-rendimento

Il rapporto rischio rendimento è un elemento chiave per costruire un portafoglio di redditizio, nel lungo periodo. Ma cos’è e come si calcola? Vediamolo insieme.

Rapporto rischio rendimento: cos’è, come si calcola perché è importante

ll rischio e il rendimento sono due dei fattori più importanti che gli investitori considerano quando prendono decisioni di investimento. Per scegliere dove e come allocare il proprio denaro, infatti, è fondamentale comprendere la relazione diretta e crescente tra questi due fattori. Vediamo di seguito cosa significa il rapporto rischio-rendimento, come si calcola e perché è cruciale nella costruzione di un’asset allocation a lungo termine.

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Cos’è il rapporto rischio rendimento?

Il rapporto rischio-rendimento misura il compromesso tra il rendimento atteso di un investimento e il livello di rischio associato a tale investimento. Si calcola dividendo il guadagno potenziale annuo percentuale dell’investimento per la deviazione standard del relativo rendimento. Questo permette, in modo approssimato ma sufficientemente efficace, di confrontare “a colpo d’occhio” diverse opzioni e valutare quale offra un guadagno più elevato a fronte di un determinato livello di rischio.

Comprendere i concetti di rischio e rendimento

La comprensione del rischio è fondamentale per gli investitori, poiché i diversi tipi di rischio possono avere un impatto significativo sulla performance finale. Due tipologie comuni sono il rischio sistematico e il rischio non sistematico:

  • Il rischio sistematico, noto anche come rischio di mercato, è il rischio inerente al mercato nel suo complesso e non può essere eliminato attraverso la diversificazione. Esempi di rischio sistematico sono le recessioni economiche, l’instabilità politica e gli eventi naturali. 
  • Il rischio asistematico, definito anche rischio specifico, invece, è relativo a una particolare società o settore e può essere eliminato attraverso un portafoglio adeguatamente diversificato.

La misurazione del rischio è importante per gli investitori e ci sono diversi modi per farlo. Una misura comunemente utilizzata è la deviazione standard, che calcola la volatilità dei rendimenti di un investimento.

Un’altra misura è il beta, che misura la sensibilità di un investimento al rischio di mercato. Un beta pari a 1 significa che i rendimenti dell’investimento sono perfettamente correlati al mercato, mentre un beta inferiore a 1 indica che l’investimento è meno volatile del mercato. Un beta superiore a 1 significa che l’investimento è più volatile del mercato.

La comprensione del rendimento è un altro elemento fondamentale per gli investitori. Esistono diversi modi per misurare il rendimento, tra cui il rendimento totale, che rappresenta il guadagno o la perdita complessiva di un investimento, e il rendimento annualizzato, che è il rendimento medio annuo di un investimento. 

Il ruolo della diversificazione nel raggiungimento di un rendimento più elevato è importante per gli investitori, poiché un portafoglio adeguatamente diversificato può contribuire a ridurre il rischio non sistematico e ad aumentare il potenziale di rendimento.

Come calcolare il rapporto

La relazione tra rischio e rendimento è un indicatore da tenere in considerazione: in generale, più alto è il livello di rischio associato a un investimento, più alto è il rendimento atteso. Si tratta del cosiddetto trade-off rischio rendimento. Tuttavia, questa relazione non è sempre lineare ed è importante che gli investitori comprendano il compromesso tra rischio e rendimento per ogni specifico investimento.

Possiamo individuare vari indicatori per avere un quadro del rapporto rischio rendimento. Il primo è il Value at Risk (VaR), una misura statistica del rischio di un portafoglio. Rappresenta la perdita massima che si prevede a un determinato livello di fiducia(ad esempio, 95%). Per calcolare il VaR, occorre innanzitutto stimare i rendimenti attesi e la volatilità (deviazione standard) del portafoglio. Quindi, si può utilizzare la formula del VaR:

VaR = valore del portafoglio x (1 – livello di fiducia)^(-1) x deviazione standard.

Lo Sharpe ratio è una misura del rendimento corretto per il rischio, che confronta sempre il rendimento di un portafoglio con la sua volatilità. Per calcolare lo Sharpe ratio, occorre innanzitutto calcolare l’excess return del portafoglio (ossia il suo rendimento meno il tasso privo di rischio) e dividerlo per la volatilità del portafoglio:

Sharpe ratio = (rendimento del portafoglio – tasso privo di rischio) / volatilità del portafoglio

L’Information ratio misura il rendimento attivo ottenuto per unità di rischio attivo. Il rendimento attivo è la differenza tra i rendimenti del portafoglio e quelli del benchmark. Per calcolare l’information ratio, si deve dividere il rendimento attivo per il rischio attivo.

Indice di informazione = Rendimento attivo / Rischio attivo

È importante notare che tutti questi indici sono tipicamente utilizzati per gli investimenti come indicatore della performance. Dovrebbero essere utilizzati in combinazione con altri indicatori per comprendere le caratteristiche di rendimento e di rischio di un portafoglio.

Rischio e volatilità: oltre la semplice misurazione

A questo punto, è utile andare oltre la semplice definizione di rischio come volatilità. Secondo Howard Marks, co-fondatore di Oaktree Capital Management, il rischio non va confuso con la volatilità. Marks sottolinea che il vero rischio è la probabilità di perdita, non solo le oscillazioni di prezzo.

La volatilità può essere un sintomo del rischio, ma non sempre lo definisce in modo completo. Gli investitori dovrebbero preoccuparsi maggiormente delle perdite effettive e meno delle fluttuazioni temporanee.

L’importanza dell’asimmetria negli investimenti

Marks introduce anche il concetto di asimmetria: l’idea di massimizzare i guadagni durante le fasi positive del mercato, limitando al minimo le perdite nei momenti di difficoltà. Questo concetto è cruciale per chi vuole ottenere risultati di lungo periodo senza esporsi a rischi eccessivi. L’obiettivo non è evitare il rischio, ma gestirlo in modo strategico, concentrandosi su investimenti che offrono più potenziale di guadagno rispetto al rischio di perdita.

Il rischio non è sempre quantificabile in anticipo

Marks osserva inoltre che il rischio non può essere sempre misurato o previsto con certezza. Anche dopo che un investimento ha prodotto risultati, non è facile stabilire se il rischio fosse effettivamente alto o basso. Un investimento di successo potrebbe essere stato molto rischioso, ma la fortuna potrebbe aver giocato un ruolo decisivo.

È per questo che, oltre ai numeri, è fondamentale basarsi su un’analisi qualitativa e su una valutazione ragionata dei fattori di rischio.

Diversificazione e gestione del rischio

La diversificazione è un elemento cruciale per ridurre il rischio non sistematico e massimizzare il rendimento. Un portafoglio ben diversificato può aiutare a bilanciare le perdite di alcuni investimenti con i guadagni di altri, riducendo così l’impatto delle fluttuazioni di singoli asset o settori.

Non basta scegliere asset di alta qualità, come avverte Marks. Anche gli asset di ottima qualità possono diventare rischiosi se acquistati a prezzi eccessivi. Al contrario, asset di bassa qualità possono rappresentare un buon affare se acquistati a prezzi scontati. Il prezzo pagato per un investimento è spesso più importante della qualità dell’asset stesso.

Conclusioni: Come sfruttare il rapporto rischio rendimento

In conclusione, comprendere il rapporto rischio-rendimento è essenziale per prendere decisioni di investimento informate. La capacità di gestire il rischio, focalizzandosi non solo sulla volatilità ma sulla probabilità di perdita, e l’utilizzo di strategie asimmetriche come quelle suggerite da Howard Marks possono aiutare gli investitori a ottenere guadagni consistenti e sostenibili.

Gli strumenti di misurazione del rischio, come lo Sharpe ratio e il Value at Risk, forniscono indicazioni importanti, ma vanno sempre interpretati in un contesto più ampio di analisi e giudizio.

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