Il Portafoglio All Season (o All Weather) mira a minimizzare il rischio in diversi scenari di mercato che non possiamo conoscere in anticipo. Ecco come funziona, com’è composto, come si costruisce nell’ottica di un investitore europeo, quali i suoi limiti e i punti di forza.
Cos’è il Portafoglio All Weather
Il portfolio di cui parleremo è stato elaborato dal gestore di fondi Hedge Ray Dalio. Esso ha raggiunto la popolarità grazie ad uno dei migliori libri sugli investimenti scritto da Anthony Robbins, dal titolo “Soldi, domina il gioco”.
In breve dal 1984 al 2013 esso ha prodotto un rendimento netto annuo del 9,72% con un drawdown massimo del -3,93% (nel 2008, quanto tutto andava a rotoli e i portafogli d’investimento registravano perdite per il 35-40%).
Presupposti
Il portafoglio All Weather nasce dallo spirito critico di Ray Dalio che ha notato come un’allocazione tradizionale, basata sulle sole azioni ed obbligazioni, disattenda le aspettative di stabilità. Nei momenti di forte crisi economico/finanziaria, infatti, la tradizionale ripartizione 50/50 o 60/40 non funziona, poiché conduce a perdite che gli investitori difficilmente sopporteranno.
I principi, semplici quanto rivoluzionari, che stanno alla base dell’All Season sono:
- rinuncia alla ricerca del momento ottimale di ingresso/uscita (c.d. market timing)
- consapevolezza che l’andamento dei mercati è imprevedibile
- risk parity, ossia ogni classe di attivo contribuisce al rischio complessivo allo stesso modo delle altre.
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I fattori da cui dipendono i rendimenti di un investimento sono, in breve, questi quattro:
- l’allocazione iniziale
- i costi di mantenimento/transazione
- l’incidenza delle tasse
- il rendimento futuro atteso.
Mentre tutti gli investitori si concentrano sull’ultimo elemento, che però è fuori dal loro controllo, il portafoglio di Dalio enfatizza i primi tre punti su cui le persone hanno il pieno controllo.
Portafoglio All Weather e ciclo economico
Lo scopo del portafoglio è quello di costruire un’asset allocation strategica che offra rendimenti il più possibile costanti nelle diverse fasi del ciclo economico.
Queste, in breve, le varie fasi che si presentano ciclicamente in un sistema economico:
- inflazione (ovvero prezzi in crescita)
- deflazione (ovvero prezzi in discesa)
- espansione economica (con crescita del PIL)
- recessione (con contrazione del Prodotto Interno Lordo).
Ognuna di questi momenti ha un investimento che performa meglio. A titolo di esempio, le azioni rendono bene quando l’economia gira. Le materie prime, invece, crescono durante le fasi inflative. I bond prosperano quando i prezzi scendono e/o quando le economie sono in affanno.
L’immagine qui sotto riassume quanto detto:
Composizione del portafoglio
L’idea forte che sta alla base di tutto è che le azioni siano più rischiose di quanto si creda. Si tratta di una tesi condivisa anche in ambito accademico (si veda ad esempio Zvi Bodie) che trova nell’All Season un’applicazione pratica. Ecco, in breve, la composizione originale del portafoglio:
- Obbligazioni USA a lungo termine: 40%
- Obbligazioni USA a medio termine: 15%
- Azioni USA: 30%
- Materie prime: 7,50%
- Oro: 7,50%.
Vedremo in seguito le implicazioni per l’investitore europeo e come adattare il portafoglio ai nostri fini. Ciò che balza all’occhio, però, è una limitata esposizione azionaria, cui fa da contrappeso una quota importante di bond, oro e materie prime.
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Rendimenti e rischio
Da febbraio 2006 la performance media annua del portafoglio è stata dell’8% circa. Ti ricordo che parliamo della versione in dollari, pensata per un investitore americano. Ecco, graficamente, com’è andata:
La ragione per la quale il Portafoglio All Weather ha “battuto” l’indice S&P 500 è riconducibile al fatto che ha perso meno durante il crollo del 2007-2008. Anche durante il crollo del marzo 2020 in occasione della pandemia da COVID l’investimento ha conservato il suo valore, confermandosi come molto difensivo:
Il punto di forza del modello, tuttavia, è anche il suo punto debole. L’eccessiva enfasi sulla minimizzazione dei rischi comporta un drastico abbattimento delle performance.
Per chi è adatto
L’All Season va bene per investitori pigri, che non vogliono seguire dinamicamente i mercati e sono ansiosi durante le fasi di ribasso. La grande varietà delle classi di attivo che lo compongono rendono il portafoglio piuttosto stabile nel tempo, limitando il drawdown.
Se ti identifichi in questa figura sei un investitore contrarian. Scegli i migliori ETF che replichino ognuna delle asset class previste, comprali tutti subito e ribilancia il portafoglio a cadenza regolare (trimestrale, quadrimestrale o annuale).
Per chi non va bene
Chi vuole ottenere una crescita più marcata del proprio capitale nel tempo, e sopporta in misura più “decisa” le oscillazioni dei controvalori investiti farà bene a evitare questo approccio. Dal 1973 al 2020, in breve, il portafoglio ha reso il 5,40% medio annuo al netto del tasso di inflazione.
Nello stesso periodo l’S&P 500 ha reso il 6,60%. Da ciò risulta evidente come l’abbattimento del rischio costa, in termini di rendimenti. Ciò è particolarmente penalizzante per quegli investitori orientati al lungo periodo, per i quali la riduzione dell’effetto della capitalizzazione composta è particolarmente pesante.
Rivisitazione del portafoglio
L’efficacia dell’All Season Portfolio rischia di venire mortificata dal contesto di bassi tassi di interesse che stiamo vivendo. Oltre a ciò il mondo è sempre più “tripolarizzato”, con un’importanza crescente di Asia/Oriente ed Europa a discapito dell’America.
Alla luce di ciò con un comunicato ufficiale Bridgewater, la società di Dalio, ha comunicato le variazioni alla composizione originale del portafoglio.
Entrano le obbligazioni legate all’inflazioni e quelle cinesi, in considerazione del fatto che queste ultime offrono rendimenti elevati e sono espressione di un’economia il cui peso cresce nello scacchiere globale.
La parte azionaria diviene più stratificata, con inclusione delle aree geografiche che mancavano nella versione precedenti.
Il Portafoglio All Season 2.0
Quella che segue è l’impostazione finale del portfolio, con una vocazione più globale anche nell’ottica di un cittadino americano:
- Oro: 7,50%
- Materie prime: 7,50%
- Azioni Cina ed Emergenti: 7,50%
- Azioni Europa: 7,50%
- Azioni globali: 10%
- Azioni USA: 5%
- Obbligazioni cinesi medio termine: 7,50%
- Obbligazioni USA lungo termine: 20%
- Obbligazioni globali inflation linked: 20%
- Obbligazioni USA medio termine: 7,50%
Implicazioni per l’investitore europeo
Il portafoglio di Dalio è pensato per un investitore americano, per lo meno nella versione originale. In seguito al suo aggiornamento è presente una porzione maggiore di mercati globali. Vedi, ad esempio, l’apertura verso gli emergenti e l’Europa.
A fronte di questi indubbi vantaggi, che sopperiscono ai limiti dell’impostazione originale, un limite è evidente. In particolare l’accresciuto numero di strumenti finanziari crea problemi in merito alla replicabilità del portafoglio.
I prodotti coinvolti sono ben dice con un peso minimo del 5%. Ciò rende replicabile il portafoglio per investitori che dispongano di almeno 50.000 €, al fine di non incorrere in costi fissi penalizzanti legati a controvalori investiti troppo piccoli.
È inoltre opportuno, per l’investitore europeo, sostituire i bond USA a medio e lungo termine con analoghe obbligazioni denominate in euro. La quota investita in bond globali inflation linked, invece, potrà essere mantenuta con l’accortezza di scegliere un prodotto che copra il rischio di cambio.
Conclusione
Se, arrivati a questo punto, avverti il bisogno di andare oltre, ecco una selezione delle risorse più efficaci che faranno di te un investitore migliore:
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari