Cosa sono e come funzionano gli OICR? E cosa cambia tra l’investire in un fondo o in una SICAV? Questo articolo offre una panoramica operativa degli operatori che gestiscono i nostri risparmi per fare scelte consapevoli e indipendenti.
Definizione di OICR
La sigla sta per Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio. Si tratta di una categoria di intermediari finanziari (meglio mobiliari) disciplinata dal Testo Unico della Finanza, Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
In particolare l’articolo 1, lettera k del decreto recita:
l’organismo istituito per la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio, il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante l’emissione e l’offerta di quote o azioni, gestito in monte nell’interesse degli investitori e in autonomia dai medesimi nonché investito in strumenti finanziari, crediti, inclusi quelli erogati, a favore di soggetti diversi da consumatori, a valere sul patrimonio dell’OICR, partecipazioni o altri beni mobili o immobili, in base a una politica di investimento predeterminata”
Da questa definizione emergono i tratti fondamentali che caratterizzano gli intermediari:
- sono patrimoni collettivi, di pertinenza di una pluralità di investitori ciascuno dei quali vi partecipa in modo proporzionale attraverso la sottoscrizione di quote;
- il patrimonio è gestito in monte, ossia in modo uguale per tutti secondo una politica predeterminata;
- il capitale è separato da quello dei soggetti coinvolti.
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Categorie
Secondo la normativa esistono tre categorie di Organismo di Investimento del Risparmio. Abbiamo, infatti, gli OICR aperti, quelli chiusi e quelli alternativi. I primi sono OICR i cui partecipanti hanno il diritto di chiedere il rimborso delle quote o azioni a valere sul patrimonio dello stesso, secondo le modalità e con la frequenza previste dal regolamento, dallo statuto e dalla documentazione dell’offerta.
Quelli chiusi, invece, prevedono che il capitale dell’Organismo sia costante nel tempo. Chi vuole disinvestire le proprie quote, prima della liquidazione del fondo, potrà farlo cedendo le stesse su un mercato regolamentato ad un altro investitore.
Gli OICR alternativi, infine, investono in particolari forme di strumento finanziario più rischioso che si accompagna spesso ad una restrizione all’investimento per certi tipi di soggetto.
Semplificando possiamo affermare che gli Organismi si dividono in:
- fondi comuni di investimento (aperti e chiusi)
- SICAV, società di investimento a capitale variabile
- SICAF, società di investimento a capitale fisso.
Caratteristiche
Esistono alcuni elementi che accomunano le diverse tipologie di intermediario che abbiamo visto, la cui conoscenza è molto utile ai fini pratico – operativi.
Mercato di riferimento e benchmark
Sulla base del proprio regolamento ogni prodotto ha un mercato in cui investe, il cui andamento è sintetizzato dal benchmark. Quest’ultimo è un parametro oggettivo di riferimento che serve, ex ante, a stimare il profilo di rischio dello strumento. Ex post, invece, permette di valutare la qualità della gestione rispetto ad un investimento passivo che replichi la performance del sottostante.
NAV
Il Net Asset Value è il rapporto tra il patrimonio di un OICR e il numero delle quote in circolazione. Esso dipende dall’andamento del mercato sottostante ed è calcolato periodicamente. Gli ingressi e le uscire dagli Organismo aperti avviene sulla base del NAV. Per i prodotti chiusi, invece, lo scambio avviene in borsa sulla base del prezzo. Questo potrà essere maggiore o minore del NAV a seconda dei casi.
Differenze tra diversi OICR
Gli organismi sono, di fatto, società per azioni che gestiscono un patrimonio di terzi o il proprio. Le SGR, Società di Gestione del Risparmio, ad esempio amministrano fondi comuni di investimento. Le SICAV e le SICAF, invece, gestiscono il proprio patrimonio.
Soggetti coinvolti
Il gestore è l’azienda che amministra il denaro degli investitori. Essa può essere una SGR o una SICAV/SICAF a seconda dei casi. L’SGR gestisce dei fondi, che sono a tutti gli effetti un patrimonio separato. Negli altri casi, invece, il patrimonio gestito coincide con il capitale sociale che può essere fisso o variabile.
La banca depositaria, invece, è il soggetto che custodisce le disponibilità liquide e gli strumenti finanziari. Essa, in sintesi, fa da garante contro possibili frodi o episodi di gestione non conforme con la politica dell’organismo.
Rischio
In linea teorica le SICAV(F) presentano rischi maggiori dei fondi comuni, a parità di andamento del sottostante. La mancanza di “separatezza patrimoniale” implica che i creditori della società potrebbero rivalersi sul capitale della stessa, che coincide con il patrimonio gestito.
Si tratta, tuttavia, di un’ipotesi di scuola. Le SICAV(F) infatti non possono contrarre debiti. Possiamo quindi affermare che sia queste ultime sia i fondi sono ugualmente sicuri per ciò che riguarda il rischio di default.
Tassazione
Dal punto di vista dell’imposizione fiscale non c’è alcuna differenza. Tutti gli OICR, infatti:
- implicano il pagamento del 26% di imposta su cedole e capital gain
- non permettono il recupero delle minusvalenze pregresse.
Conviene investire?
L’opinione di Segreti Bancari è che conviene investire solo in OICR passivi, come gli ETF. I fondi tradizionali e le ISCAV, infatti, mediamente offrono rendimenti inferiori a quelli dei mercati in cui investono.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari