Se sei preoccupato per l’eccessiva (secondo te) valutazione delle società statunitensi e stai cercando un’alternativa all’SWDA per investire in azioni globali senza esporti sul mercato americano, sei nel posto giusto. Da poco, infatti, è disponibile un ETF ad hoc.
MSCI World, un riassunto
L’indice Morgan Stanley Capital International mondiale è uno dei benchmark più utilizzati per misurare la performance dei mercati azionari globali. Composto da aziende di 23 paesi sviluppati, l’indice rappresenta una panoramica completa delle economie avanzate. Tuttavia, gli Stati Uniti rappresentano una porzione significativa dell’MSCI World, spesso influenzando pesantemente il rendimento complessivo. Attualmente gli USA coprono circa il 70% del valore totale dell’indice contro il 49% di inizio millennio.
Alla luce della predominanza USA, che nel momento in cui scrivo è anche il mercato più caro in termini di rapporto prezzo/utili, molti investitori vorrebbero un prodotto semplice per fare a meno degli States. Ma si tratta di una buona idea?
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Perché considerare l’MSCI World senza gli USA?
- Diversificazione geografica: l’MSCI World privo degli States include aziende di 22 paesi sviluppati, offrendo un’ampia esposizione a economie come quelle del Giappone, del Regno Unito, della Germania e del Canada. Questa diversificazione geografica può ridurre il rischio associato alla dipendenza da un singolo mercato.
- Riduzione del rischio specifico del Paese: gli Stati Uniti, sebbene siano una potenza economica, non sono immuni da rischi specifici del paese, come instabilità politica, cambiamenti nelle politiche fiscali e monetarie, e fluttuazioni del dollaro. Escludere le azioni statunitensi può aiutare a mitigare questi rischi.
- valutazioni più convenienti: i mercati azionari degli Stati Uniti tendono ad avere valutazioni più elevate rispetto ad altri paesi sviluppati. Escluderli dall’investimento potrebbe offrire opportunità in mercati con valutazioni più attraenti e potenziale di crescita.
Composizione dell’Indice MSCI World senza gli USA
L’MSCI World ex USA è composto da una vasta gamma di settori e paesi. Ecco alcuni esempi delle principali economie e settori rappresentati:
- Giappone: con aziende leader come Toyota, Sony e Mitsubishi, il Giappone rappresenta una parte significativa dell’indice. Il paese è noto per la sua innovazione tecnologica e per il settore manifatturiero. Il Giappone prende il 21% del totale, ma l’unica azienda presente tra le prime 10 posizioni è la Toyota.
- Regno Unito: aziende come HSBC, BP e GlaxoSmithKline offrono esposizione a settori finanziari, energetici e farmaceutici.
- Germania: con aziende come Siemens, Volkswagen e SAP, la Germania rappresenta il cuore industriale dell’Europa.
- Canada: il settore delle materie prime è ben rappresentato con aziende come Barrick Gold e Enbridge.
Peraltro il numero di titoli è inferiore rispetto al caso standard. Infatti mentre l’MSCI World è composto da 1.400 azioni, quello “ex USA” ha “solo” 850 titoli. Il settore tecnologico, invece, è sotto rappresentato (il suo peso è meno della metà), mentre risulta sovrappesato il settore finanziario con il 21% circa, 6 punti in più rispetto al caso standard.
Performance Storica
Analizzando la performance storica dell’indice globale senza gli States, si nota che, sebbene lo stesso abbia sottoperformato, soprattutto per colpa della mancanza di titoli tecnologici che hanno dominato la scena, negli ultimi anni, ha comunque offerto rendimenti solidi con una minore volatilità in alcuni periodi. La diversificazione geografica aiuta a bilanciare le performance, riducendo l’impatto delle fluttuazioni di singoli mercati.
Il fenomeno della regressione verso la media, infine, potrebbe entrare in gioco riducendo la profittabilità dell’area geografica che ha avuto la meglio sugli altri mercati negli ultimi 15 anni.
Strategie di investimento con gli ETF
Xtrackers ha lanciato un ETF sull’MSCI World ex USA che ora andremo ad analizzare. In verità ad essere “nuovo” è il clone, poiché l’indice globale che esclude gli Stati Uniti è disponibile fin dal 1986. Il prodotto ha un costo annuo di gestione dello 0,15%. Il clone è a replica fisica totale, comporta il rischio di cambio ed è disponibile dal 4 marzo 2024.
Lato dividendi il clone è ad accumulo, pertanto non distribuisce nulla ma reinveste. Il patrimonio è di appena 157 milioni di euro. Qualora non dovesse crescere potrebbe esserci il rischio di delisting.
I nostri consigli
Una strategia di investimento priva degli Stati Uniti, come di un’altra area geografica del mondo, secondo noi non ha senso. Posto che l’andamento dei mercati è imprevedibile per tutti, escludere sulla base delle previsioni, un intero Continente, per lo più il più importante a livello finanziario, è un suicidio.
Piuttosto è possibile “diluire” il peso dell’America abbinando ad un azionario globale tradizionale un prodotto specializzato sull’Europa o sugli Emergenti così da attribuire a ciascuna area geografica il giusto peso. Vi sono due strade per farlo:
- affiancare un ETF azionario globale ad uno sull’Europa e/o sugli emergenti
- affiancare all’ETF sull’MSCI World ex USA un prodotto che investa sull’S&P 500, in parte.
Bert Consulting SCF, la società di consulenza finanziaria che detiene il brand Segreti Bancari opta per la prima ipotesi. Ok per ridimensionare il peso degli USA (anche se occorrerebbe fare ulteriori “distinguo”) ma NO alla eliminazione totale di un’area importante. In fondo in finanza “vince” chi sbaglia meno.
Per questo siamo qui…
Era il 7 dicembre del 2009 quando pubblicammo il nostro primo articolo su blogspot. Una data simbolica, perché a Milano è festa patronale e Milano è la capitale della finanza. Da allora non abbiamo mai interrotto la nostra missione per aiutarti ad investire in modo diverso, usando la testa e non lo stomaco e credendo nella semplicità.
Ecco come si concretizza il nostro impegno per te:
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Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari