M&G Optimal Income Fund. Un prodotto bilanciato prudente che mira a produrre performance attraverso un’asset allocation implementata dal gestore. Tuttavia i rendimenti crollano sotto il peso delle commissioni di ingresso (scontabili) e degli inevitabili costi di gestione.
Il Portafoglio dell’Optimal Income
Il fondo ha una gestione di tipo value, ossia va a privilegiare – nell’ambito azionario – le azioni di società che presentano un rapporto Prezzo/Utili contenuto e che hanno una larga capitalizzazione.
Le società presenti in portafoglio presentano una forte crescita degli utili, ma una contrazione dei ricavi e del flusso di cassa. Se l’incremento dei profitti è avvenuto solo attraverso la riduzione dei costi questo potrebbe essere un problema nel tempo, e le quotazioni potrebbero risentirne.
Le azioni pesano per il 5,24% del portafoglio complessivo e sono concentrate per lo più in Europa.
La parte obbligazionaria del portafoglio è concentrata su titoli a basso rating e scadenza corta. Il 47% del portafoglio è impiegato in obbligazioni high yield dotate di un rating BBB.
La strategia di avere in portafoglio obbligazioni di bassa qualità è molto comune tra i fondi bilanciati prudenti. I gestori cercano, attraverso una maggiore esposizione al rischio di insolvenza, di recuperare quella redditività che è andata “persa” per colpa dei costi elevati.
La Performance Attribution
Quando si parla di fondi di investimento, la cosa da fare per valutarne la bontà della gestione è il confronto tra il rendimento del prodotto e quello dell’indice che lo stesso cerca di battere e che rappresenta la sintesi dell’andamento del mercato dove il gestore investe.
La prima cosa che “stona” è che il rendimento dell’M&G Optimal Income presenta una maggiore correlazione statistica con l’indice azionario della borsa Austriaca, che non con il proprio benchmark. Quest’ultimo è rappresentato da un paniere di azioni globali per il 25% e da obbligazioni dell’area euro per il 75%.
Per mostrare come i costi abbiano un impatto devastante sui rendimenti, ho costruito un portafoglio di ETF che replicano l’andamento del mercato in cui Optimal Income investe. I risultati sono sorprendenti. Riporto, di seguito, i rendimenti del fondo e del “mio” portafoglio semplificato che puoi replicare con due ETF:
Hai mai investito in fondi passivi (ETF)? Inizia Ora
- UN ANNO (gennaio 2018/gennaio 2019): fondo – 2,66% portafoglio + 4,11%
- TRE ANNI: fondo 11,31% portafoglio 15,62%
- CINQUE ANNI: fondo 10,94% portafoglio 29,13%
La volatilità del portafoglio è stata di poco superiore a quella del fondo:
- UN ANNO (gennaio 2018/gennaio 2019): fondo 3,52% portafoglio 4,24%
- TRE ANNI: fondo 3,86% portafoglio 3,51%
- CINQUE ANNI: fondo 3,41% portafoglio 4,61%
L’analisi fatta è relativa alla classe A del prodotto e non tiene conto del pagamento delle commissioni di ingresso. Se avessimo analizzato la classe B avremmo ottenuto risultati peggiori a causa del costo annuo più elevato.
Le Classi e i Costi del Fondo Optimal Income
Il fondo è disponibile in diverse classi, sia ad accumulazione sia a distribuzione. La dicitura “inc” denota il fatto che il prodotto paga delle cedole; la sigla “acc” indica che il fondo è ad accumulazione e pertanto reinveste i proventi.
M&G Optimal Income Fund Euro A
Disponibile sia nella classe a distribuzione sia in quella ad accumulazione, il prodotto ha una commissione di ingresso del 4% massimo, che però può essere scontata o azzerata. I modi per ottenere la riduzione del costo di ingresso sono due: negoziare con la propria banca o rivolgersi ad un collocatore on line, come Fundstore o Onlinesim.
Il costo annuo di gestione, che va a ridurre la velocità di crescita della quota, è dell’1,43%; decisamente elevato.
M&G Optimal Income Fund Euro B
La classe B non ha commissioni di ingresso, ma presenta un costo di gestione davvero alto: l’1,93%. Non stupisce che lasciando nelle tasche del gestore il 2% l’anno i rendimenti del prodotto siano deludenti.
Conclusioni e Opinione Personale
Non è opportuno investire nel fondo M&G Optimal Income a causa dei costi e dei rischi che esso comporta. Ecco una sintesi delle aree critiche:
Troppi bond ad alto rischio
Per accrescere la redditività del comparto il gestore ha commesso un errore piuttosto comune: limitare il peso delle azioni a favore di obbligazioni ad alto rischio. Poiché i bond high yield hanno rendimenti assolutamente imprevedibili e poco affidabili, questo ha inficiato la performance.
Costi elevati
Il peso della commissione annua è davvero elevato e non potrà essere recuperato, nemmeno correndo rischi supplementari.
Mancanza di diversificazione internazionale
Il portafoglio è per lo più concentrato su titoli dell’area euro con una modesta esposizione a aree geografiche importanti, come ad esempio gli Stati Uniti.
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Giacomo Saver – CEO di SegretiBancari