Investire in lire turche nel 2025: rischi, rendimenti e opportunità

31 Marzo 2025

investire in lire turche

Dopo il crollo delle obbligazioni in lira turca e del cambio della valuta contro euro molti investitori si stanno domandando se non sia il caso di entrare. Ecco la nostra opinione, finalizzata a chi vuole investire concretamente e in modo redditizio nel lungo periodo senza farsi abbagliare da opportunità buone in apparenza ma deludenti nei fatti.

Contesto e Panoramica

Investire nella lira turca (TRY) nel 2025 significa affrontare un mercato ad alto rischio e alta volatilità. La Turchia ha vissuto anni di forte inflazione e svalutazione valutaria: basti pensare che il cambio euro/lira è passato da circa 4,5 nel 2018 a oltre 41 nel marzo 2025. Ciò equivale a un crollo di oltre l’80% del valore della lira in meno di un decennio. Le cause sono legate a politiche economiche instabili, episodi di instabilità politica e finanziaria, e interventi inconsueti della banca centrale in passato. Eventi politici interni (ad esempio l’arresto di figure dell’opposizione) hanno inoltre innescato perdite improvvise di fiducia, con cali anche del -10% sul cambio in pochi giorni.

In questo contesto, la banca centrale turca ha dovuto invertire rotta: tra metà 2023 e fine 2024 i tassi d’interesse ufficiali sono stati aumentati dall’8,5% fino al 50% per contrastare l’inflazione, che aveva superato l’85% nell’ottobre 2022. Grazie a questa “cura da cavallo”, a fine 2024 l’inflazione annuale è scesa attorno al 44%, e la lira turca ha rallentato la sua caduta (nel 2024 si è deprezzata “solo” di circa +18% sull’euro) rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, con l’inflazione ancora elevata (~39% a febbraio 2025) la banca centrale ha iniziato a tagliare di nuovo i tassi (ridotti dal 50% al 42,5% entro marzo 2025), una mossa non ortodossa che alimenta interrogativi sulla stabilità futura.

In sintesi, investire in lire turche offre rendimenti nominali altissimi ma richiede di accettare un elevato rischio valutario. Vediamo nel dettaglio quali obbligazioni in TRY sono disponibili, i loro rendimenti, i rischi connessi e le possibili opportunità se la situazione dovesse stabilizzarsi, oltre a come accedervi come investitori retail e come si confrontano con altre valute emergenti.

Obbligazioni in lire Turche disponibili

Per esporsi alla lira turca con strumenti obbligazionari, un investitore retail può considerare principalmente bond denominati in TRY emessi da enti sovranazionali o istituzioni internazionali di alta affidabilità (rating AAA). Questi titoli presentano rischio di credito nullo o molto basso, lasciando all’investitore il solo rischio di cambio. Emittenti rilevanti nel 2025:

  • Banca Europea per gli Investimenti (BEI)
  • Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD)
  • Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB)
  • Banca Mondiale (IBRD), IFC e altri enti multilaterali

Queste obbligazioni sono spesso quotate sull’EuroMOT di Borsa Italiana o su mercati regolamentati accessibili tramite i principali broker italiani. I tagli minimi sono contenuti (1.000 o 10.000 TRY), rendendole accessibili anche a investimenti modesti. Tuttavia, la liquidità è limitata, e lo spread denaro-lettera spesso elevato.

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Rendimenti offerti e cedole elevate

Nel 2025, i rendimenti offerti da queste obbligazioni sono eccezionalmente elevati, riflettendo i tassi interni turchi. Alcuni esempi:

  • EBRD 12% Ottobre 2025 – rendimento effettivo annuo lordo ~46-47%
  • EBRD 30% Agosto 2025 – rendimento lordo ~47,6%
  • AIIB 35% Settembre 2025 – rendimento ~35%
  • AIIB 40% Aprile 2025 – rendimento ~45-46%

Questi rendimenti sono impensabili su obbligazioni denominate in euro o dollari, e nettamente superiori anche rispetto ad altri mercati emergenti (es. peso messicano ~9%, rand sudafricano ~10-12%). Ma come vedremo, non esistono pasti gratis nei mercati finanziari.

Il rischio valutario: la grande Incognita

Il rischio di cambio è il vero ago della bilancia. Anche rendimenti nominali del 40% possono essere azzerati da una svalutazione del 30-40% della lira turca. Alcuni esempi:

  • L’AIIB 35% emesso nel 2022 ha generato in TRY un rendimento lordo positivo, ma la lira si è svalutata del 51% nel frattempo, riducendo il guadagno in euro a un misero +3% in 2 anni.
  • L’AIIB 40% emesso nel 2023 ha comportato una perdita del 22% in euro dopo appena 10 mesi, nonostante la maxi cedola incassata.

L’investimento ha senso solo per chi è pronto a mantenere il titolo fino a scadenza e spera in una stabilizzazione del cambio. È una scommessa sulla disinflazione e sulla disciplina della banca centrale turca. Ma se la svalutazione dovesse proseguire ai ritmi passati (mediamente -30% annuo), anche i rendimenti più elevati sarebbero erosi.

Il punto di vista di Segreti Bancari

Secondo noi investire in obbligazioni in lire turche non è una scelta adatta a investitori che vogliono ottenere rendimenti stabili ed alti nel lungo periodo. Questi titoli, infatti. sembrano attraenti, ma rappresentano in realtà una scommessa ad altissimo rischio.

Le cedole generose servono a compensare solo in parte il rischio valutario, e non devono essere confuse con un “guadagno facile”. La nostra lunga esperienza ci dice che molti risparmiatori italiani hanno perso soldi in passato con questi strumenti, pur avendo ricevuto regolarmente gli interessi.

Se vuoi assumerti un rischio simile, tanto vale farlo con le azioni il cui premio per il rischio è più giustificato. La parte obbligazionaria del portafoglio, invece, deve proteggere il capitale o offrire una fonte di reddito stabile: obiettivo che difficilmente può essere raggiunto con bond in TRY.

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