Sembra che la strategia di investimento contrarian sia nata nel 1800 grazie al Barone di Rothschild che pronunciò la celebre frase “il momento migliore per investire è quando il sangue corre per le strade“. Invece di assecondare una tendenza in atto (trend), l’investitore contrarian sfida il mercato, comprando quando tutti vendono e vendendo quando tutti gli altri comprano.
Rothschild fece una fortuna comprando durante la fase di panico scatenatasi dopo la battaglia napoleonica di Waterloo. In tempi più recenti Sir John Templeton accumulò una enorme fortuna comprando azioni la cui quotazione era inferiore al dollaro ai tempi della Grande Recessione.
Tutti noi vorremmo avere in portafoglio solo titoli che guadagnano, mentre l’investitore contrarian accetta di vedere il proprio portafoglio perdere parecchio valore. Non è una persona irresponsabile: al contrario sa che nel lungo periodo guadagnerà, non appena la tendenza dominante in atto cambierà direzione.
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Contrarian investing: la sfida al pensiero comune
L’investitore contrarian parte da un presupposto: che i mercati spesso sono in disequilibrio. Essi sono dominati dalle emozioni, per cui le quotazioni oscillano tra fasi di euforia e fasi di depressione. Raggiunti gli estremi di ognuna di queste situazioni, le quotazioni si muovono nella direzione opposta.
Detto in altri termini: il mercato finanziario ha un suo tasso di crescita fisiologico di lungo periodo dal quale si discosta, ma verso il quale tende a ritornare. Investire quando le cose vanno male significa approfittare del fatto che il mercato si è discostato dalla normalità, verso la quale dovrà ritornare.
Stesso discorso quando si tratta di vendere. In questo caso le quotazioni sono troppo elevate e il mercato tenderà a correggere l’anomalia dapprima scendendo, per poi ritornare a salire.
Questo contrasta in modo netto con il pensiero dominante, che vorrebbe che comprassimo quando le cose vanno bene e vendessimo quando i mercati scendono.
La strategia in azione
Essere un investitore contrarian è molto difficile e pochissimi riescono ad investire durante le ondate di panico. Durante la grande crisi del 1973 – 1974 Warren Buffet sfidò il comune buon senso comprando azioni a mani basse. Il Washington post, ad esempio, era così sottovalutato che crebbe di cento volte negli anni successivi.
Nel 2008, durante la fase di pessimismo dilagante sui mercati, qualche investitore contrarian con i nervi di acciaio iniziò ad accumulare azioni. Ciò che accadde dopo è sotto gli occhi di tutti, ma non tutti hanno il sangue freddo per agire in questo modo.
I rischi dell’investimento contrarian
Quando si va contro la folla occorre avere tempi lunghi e nervi saldi. Non capita mai, infatti, di comprare ai minimi di mercato. Anzi, molto spesso dopo aver effettuato l’acquisto i prezzi continueranno a scendere ancora parecchio prima di risalire.
La “recovery” ed il guadagno conseguente potrà arrivare dopo parecchi anni, ecco perché esistono altre strategie più semplici e psicologicamente accettabili da mettere in atto. Una di queste consiste nell’individuare in modo precoce l’avvenuta svolta sui mercati, in modo tale da comprare appena le quotazioni iniziano a crescere dopo un crollo, e a vendere non appena la tendenza al rialzo è finita.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari