I fondi d’investimento sono un’alternativa importante sul mercato, ma come viene gestita la loro tassazione? Scopriamolo.
Investire in fondi può essere un ottimo modo per diversificare il proprio portafoglio e potenzialmente ottenere rendimenti più elevati. Tuttavia, prima di tuffarsi nel mondo dei fondi comuni di investimento, è importante capire la tassazione di questi investimenti.
La tassazione dei fondi può variare in base a diversi fattori, come il tipo di fondo, il Paese in cui è registrato e le leggi fiscali. Ora esploreremo le basi della tassazione dei fondi, tra cui le modalità di tassazione, i diversi trattamenti fiscali per i vari tipi di fondi e l’impatto delle imposte sui rendimenti dei tuoi investimenti.
Che tu sia un investitore esperto o alle prime armi, questa guida ti aiuterà a orientarti nel complesso mondo della tassazione dei fondi e a prendere decisioni di investimento consapevoli.
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Quali tipologie di fondi comuni?
Assogestioni, l’Associazione Italiana delle Società di Gestione dei Fondi, ha creato uno specifico sistema di classificazione per fornire trasparenza sulle caratteristiche del fondo e i principali fattori di rischio.
L’attuale sistema, in vigore dal 1° luglio 2003, prevede 42 categorie e cinque macro categorie. Inoltre, sono state definite regole specifiche per diverse tipologie di fondi, come i fondi di liquidità, i fondi obbligazionari, i fondi bilanciati, i fondi azionari e i fondi flessibili.
Esistono due tipi di fondi di investimento: quelli aperti e quelli chiusi. Questi due tipi di fondi hanno caratteristiche diverse. I fondi aperti consentono agli investitori di sottoscrivere o rimborsare le quote in qualsiasi momento.
I fondi chiusi, invece, permettono agli investitori di sottoscrivere quote solo durante un determinato periodo e di solito riscattano le quote alla fine della vita del fondo.
Come sono tassati?
Per quanto riguarda il regime fiscale degli investitori privati che detengono quote di un fondo di investimento non immobiliare, ci sono due categorie da considerare. In primo luogo, per gli investitori privati si applica la tassazione sul reddito da capitale.
In secondo luogo, per gli investitori professionali, i proventi derivanti dalla partecipazione al fondo sono classificati come reddito d’impresa e tassati secondo le disposizioni del TUIR previste per questa categoria di reddito.
Per i proventi derivanti dalla partecipazione agli OICR (fondi di investimento italiani diversi dagli OICR immobiliari) e ai fondi lussemburghesi storici si applica una ritenuta alla fonte. Tale imposta viene applicata come acconto per gli investitori in imprese commerciali e come imposta sul reddito per tutti gli altri soggetti, compresi quelli esenti o esclusi dall’imposta sul reddito delle società.
Tassazione soggetti di diritto italiano
La tassazione dei fondi di investimento italiani ha subito diverse modifiche legislative. Le leggi fiscali applicabili dipendono dall’adesione del fondo alle direttive dell’UE. I redditi derivanti dalla partecipazione a fondi OICR italiani sono soggetti a una ritenuta del 26% o del 12,5% per alcune componenti.
La base imponibile si calcola sottraendo al valore patrimoniale netto di inizio anno e ai proventi derivanti dalla partecipazione ad altri fondi di investimento soggetti a imposta sostitutiva il valore patrimoniale netto di fine anno.
Le perdite possono essere riportate o utilizzate per compensare le plusvalenze di altri fondi gestiti. La società di gestione del fondo funge da cassa di compensazione per il pagamento complessivo dovuto da tutti i fondi gestiti e il sottoscrittore è esonerato dalla dichiarazione dei redditi.
Tassazione soggetti di diritto estero
La tassazione dei fondi di investimento esteri non UE e non SEE segue regole diverse da quelle dei fondi di investimento italiani. Per i fondi di investimento UE, la Legge di Bilancio 2021 ha allineato il trattamento fiscale dei dividendi e delle plusvalenze conseguite dai fondi di investimento esteri a quello dei fondi di investimento italiani.
Di conseguenza, tali plusvalenze non concorrono a formare il reddito. L’aliquota d’imposta per i fondi d’investimento UE armonizzati è del 26%, o del 12,5% per la componente derivante da titoli di Stato quotati in borsa, e l’imposta viene trattenuta alla fonte quando il fondo distribuisce gli utili.
La base imponibile per questi fondi è calcolata determinando l’aumento del valore delle azioni tra l’acquisto e la vendita. Non ci sono obblighi di comunicazione per gli investitori, poiché l’imposta viene trattenuta dalla banca o dall’intermediario finanziario.
Per i fondi d’investimento UE non armonizzati, il sistema fiscale è caratterizzato dalla ritenuta alla fonte e gli investitori devono dichiarare gli utili e le imposte pagate nella loro dichiarazione dei redditi, con l’applicazione dell’aliquota marginale dell’imposta sul reddito personale.
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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari