Investire da soli: i rischi e i costi del fai-da-te. Scopriamo insieme se muoverci in autonomia o optare per l’aiuto di un consulente, magari in assenza di conflitto di interesse.
Investimento fai-da-te: a cosa si va incontro?
L’investimento solitario può essere una strategia tanto audace quanto imprudente. Il fai-da-te finanziario infatti non sempre rappresenta un’idea fruttuosa. Mentre in passato era un’attività che riuscivano a intraprendere pochi eletti, oggi, grazie alle diverse piattaforme online, è diventato uno strumento più accessibile. Tuttavia, i rischi non sono affatto diminuiti.
La società di analisi finanziaria Dalbar Inc. e la banca d’affari JP Morgan affermano che, nel lasso di tempo tra il 2002 e il 2021, chi ha fatto investimenti in totale autonomia ha ottenuto un incremento del patrimonio ma con risultati notevolmente inferiori rispetto ai principali indici, come S&P 500. Il rendimento annualizzato medio è stato del 3,6%, vale a dire che 100 mila dollari investiti nel 2002 sono diventati 202.85 dopo 20 anni. Un risultato tutto sommato positivo considerando la crescita dell’inflazione, che è stata mediamente del 2,2%. Ma se il denaro fosse stato distribuito tra i titoli esistenti, il risultato sarebbe cambiato e l’investitore avrebbe guadagnato molto di più.
Il gap sta proprio nella differenza di rendimento: ad esempio, se si decidesse di investire in azioni S&P 500, si avrebbe un guadagno del 9,4% annuo, nei confronti invece di un 3,6% dell’investitore solitario. E più si guarda in avanti e più i rendimenti aumentano.
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Costi e rischi dell’investimento autonomo
Tra i vantaggi dell’investimento indipendente abbiamo sicuramente i costi, poiché spesso gli istituti finanziari richiedono degli oneri molto alti per l’attività. Inoltre a livello burocratico, si tratta di un processo molto più lungo e macchinoso, rispetto a situazioni indipendenti. D’altronde, però, con il fai-da-te si può incorrere in rischi maggiori, dettati dall’inesperienza che può portare a scelte sbagliate, come ad esempio titoli sopravvalutati e soprattutto a scelte poco lungimiranti che non prevedono la ripresa delle quotazioni nel tempo.
Per tali ragioni una figura professionale che ci guida durante questo percorso sarebbe certamente più consigliata, anche perché bisogna considerare il fatto che gli indici sono fortemente mutevoli e difformi e, in circa 30 anni, solo 1,3% dei titoli ha generato grande ricchezza.
Affidarsi a competenti esperti o investire da soli? La nostra opinione
Se un titolo azionario medio di un indice – prendiamo a esempio l’S&P 500 – performa peggio dell’indice stesso, questo dovrebbe scoraggiarci dal fare scelte troppo avventate in maniera del tutto impreparata. Affidarsi perciò a un professionista del settore, indipendente da istituti finanziari sempre troppo costosi, può essere la soluzione più conveniente e previdente.
Una figura competente, slegata da interessi aziendali, è la soluzione migliore: il rapporto con il cliente è più immediato, conosce in maniera approfondita l’andamento dei titoli azionari e può fare previsioni più a lungo termine. Inoltre si muove in un campo autonomo, con una burocrazia più snella e delle tempistiche più agili.
Insomma, per chi vuole investire in maniera oculata, scegliere un professionista indipendente può rivelarsi la soluzione migliore!
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari