Indebitarsi per investire: perché farlo?

31 Luglio 2020

indebitarsi x investire

Indebitarsi per investire. O fare un mutuo per non liquidare il portafoglio. È di questo che parleremo nel post.

Identikit di chi si indebita per investire

Ci sono due persone tipo che si indebitano per investire. Sebbene le loro motivazioni siano differenti il punto di arrivo resta il medesimo. Stesse opportunità di guadagno ma anche stessi rischi e, probabilmente, comune epilogo della faccenda.

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Mario Rossi ha già investito

Il sig. Rossi ha un portafoglio di investimenti. In particolare egli ora vuole comprare casa e si trova di fronte a due alternative. Da un lato quella di vendere il suo portafoglio, magari in perdita, dall’altra quella di tenerlo e indebitarsi usando i titoli come garanzia.

Le ragioni che lo inducono a fare questa scelta sono due:

  • la volontà di non monetizzare una perdita pregressa
  • il desiderio di guadagnare dal futuro andamento dei mercati.

Sandro Verdi, lo speculatore

La situazione di Verdi è del tutto diversa. Questi, infatti, non ha nulla di investito ma, al contrario, ha accesso al credito in modo semplice e conveniente. Ad esempio l’associazione di categoria gli offre un mutuo decennale ad un tasso bassissimo.

Grazie a ciò in Verdi si accende una febbre speculativa che lo induce a usare denaro non suo per guadagnare. La ragione che lo motiva a farlo, in questo caso, è solamente il profitto.

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I guadagni dell’investimento a debito

Investire a debito è un’opportunità redditizia, a patto che vada tutto bene. In sintesi il profitto è dato dalla differenza tra il guadagno dell’investimento e l’onerosità del prestito. In aggiunta, non consumando capitale, si tratta di denaro letteralmente piovuto dal cielo.

Il vantaggio economico della strategia, però, poggia unicamente sul fatto che gli “interessi” ottenuti supereranno quelli pagati. Se ciò non si verifica in modo costante, iniziano i guai.

Senza contare che l’intera operazione si basa sulla instabile previsione circa il futuro andamento dei mercati.

I rischi di indebitarsi per investire

Il problema del rischio risiede nell’incertezza riguardo al futuro ed al disallineamento dei due flussi di pagamento. Mentre gli oneri sul debito sono certi, e vanno pagati in ogni caso, il profitto è incerto e insicuro.

Mentre una volta poteva aver senso indebitarsi per comprare BTP ad un tasso maggiore, oggi questa opportunità non esiste più. A causa di ciò se da un lato la persona si trova di fronte a bassi tassi di interesse che lo invogliano a indebitarsi, dall’altro il ritorno potenziale dell’investimento è incerto.

Anche chi sceglie di usare il credito per non vendere i propri titoli fronteggia il medesimo rischio. Se, infatti, il portafoglio perdesse valore, questi si troverebbe a rimborsare un debito che cresce mentre il sottostante si svilisce per colpa dei mercati.

In aggiunta sia Rossi sia Verdi di norma privilegiano l’investimento azionario. In questo modo perdono, di fatto, il controllo della situazione esponendosi al rischio concreto di rovina finanziaria.

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Un drammatico caso di studio

Chi scrive, prima di aiutare gli investitori ad aumentare i rendimenti dei propri soldi grazie all’ottimizzazione dei rendimenti e alla riduzione dei costi, ha lavorato a lungo in banca. Ed era operativo nel 2000 quando un noto imprenditore torinese si rivolse a lui per fare un mutuo finalizzato all’investimento in borsa. Si chiamavano mutui di liquidità e, grazie all’euforia collettiva che alimentava la speculazione, solleticavano l’appetito di molte persone.
In definitiva, cosa erano il 4 o il 5% di interesse annuo di fronte a guadagni giornalieri di quella grandezza offerti dal NASDAQ?

Questa persona fece due scelte che si mostrarono scellerate. Anzitutto chiese un prestito per non smobilizzare il proprio capitale. Oltre a ciò aumentò il rischio del portafoglio squilibrandolo verso il mercato azionario.

L’investitore consapevole farà bene valutare con estrema attenzione l’opzione “mi indebito per non vendere”. Fare un mutuo per investire, invece, è una decisione imprudente che non va mai presa. Nemmeno quando sul mercato esistono obbligazioni che, a parità di scadenza, offrono interessi superiori. I rischi coinvolti sono troppo alti e nessuno vorrebbe trovarsi a restituire un capitale che ha perso per colpa del default del sottostante e, nel frattempo, pagare anche gli interessi.

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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari