Molti risparmiatori investono nei fondi comuni senza considerare il loro grande problema: i costi. Ecco tutto quello che devi sapere.
I costi dei fondi comuni rappresentano un tema di grande importanza per i risparmiatori, come evidenziato da numerosi studi. Questi fondi, noti anche come “fondi a gestione attiva”, prevedono la presenza di un gestore che seleziona i titoli ritenuti migliori per il fondo, al fine di ottenere un rendimento superiore a quello del mercato di riferimento.
Tuttavia, è importante comprendere che i rendimenti ottenibili dagli investimenti devono essere proporzionati ai rischi assunti. Nel caso dei fondi comuni italiani, ciò non avviene.
I gestori e le banche che vendono i fondi sono retribuiti tramite diverse commissioni, che vengono prelevate direttamente dagli investimenti dei risparmiatori.
Queste commissioni includono le spese di gestione, le commissioni di distribuzione, le commissioni di sottoscrizione, le commissioni di rimborso e le commissioni di performance. Tali costi sono spesso raggruppati sotto la voce Spese Correnti o TER (Total Expense Ratio).
Le commissioni bancarie possono influire negativamente sulla redditività degli investimenti e aumentare i rischi di perdita. Pertanto, è fondamentale conoscere e limitare tali costi, specialmente in un contesto di tassi d’interesse prossimi allo zero. Scopriamo di più.
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Come valutare un fondo
È comune valutare gli investimenti basandosi esclusivamente sulla variazione del loro valore nel tempo. Tuttavia, questo approccio può essere fuorviante nel caso dei fondi comuni. Anche se il valore di un fondo aumenta, non è detto che rappresenti un buon investimento e che si stia guadagnando quanto si dovrebbe.
Ad esempio, se un fondo ha registrato un aumento del 52% nel corso di cinque anni, potrebbe sembrare un ottimo risultato. Tuttavia, se nel medesimo periodo il mercato di riferimento è aumentato del 151%, si evidenzia che il fondo ha sottoperformato.
In tal caso, gli investitori avrebbero perso l’opportunità di guadagnare un ulteriormente. Pertanto, valutare la qualità dei fondi comuni in base al loro rendimento apparente potrebbe essere ingannevole.
Molteplici studi hanno dimostrato che, dopo aver addebitato le commissioni, è difficile per un gestore “battere il mercato”. Nel corso degli ultimi dieci anni, l’87% dei fondi azionari europei ha registrato rendimenti inferiori al mercato di riferimento. Questo solleva la questione di perché i risparmiatori continuino a pagare commissioni per sottoscrivere fondi.
I costi e le problematiche dei fondi comuni
La persistente sottoperformance dei fondi comuni rispetto al mercato di riferimento solleva diverse questioni sul valore e i costi associati a tali investimenti. Ecco alcuni punti da considerare:
- Commissioni elevate: I fondi comuni spesso comportano commissioni di gestione e altre spese che possono essere elevate. Queste commissioni vengono detratte direttamente dagli investimenti dei risparmiatori e possono ridurre significativamente i rendimenti complessivi.
- Inefficienze di mercato: Alcuni studi suggeriscono che i fondi comuni tendono a sovraperformare solo in periodi di mercato particolarmente favorevoli e sottopeformare in periodi sfavorevoli. Ciò può indicare che il successo dei fondi comuni dipende in gran parte dalla volatilità del mercato piuttosto che dalla vera abilità dei gestori.
- Alternative a basso costo: Con l’aumento delle opzioni di investimento a basso costo, come gli ETF indicizzati, i risparmiatori hanno alternative più convenienti per ottenere esposizione a interi mercati o settori specifici senza pagare commissioni elevate.
- Monitoraggio e informazione: I risparmiatori devono prestare attenzione alle commissioni, alle performance passate e alle strategie di investimento dei fondi comuni. È importante fare una ricerca adeguata e comprendere appieno i costi e i potenziali rischi associati a un fondo prima di investire.
In generale, quando si considera un investimento in fondi comuni, è fondamentale valutare attentamente i costi associati e valutare se tali costi sono giustificati dai potenziali rendimenti attesi.
Esplorare alternative a basso costo come gli ETF o l’investimento diretto in titoli potrebbe essere un’opzione da prendere in considerazione. In ogni caso, è sempre consigliabile consultare un consulente finanziario prima di prendere decisioni di investimento.
Ulteriori risorse
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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari