I nuovi buoni fruttiferi postali emessi per i 170 anni della Cassa Depositi e Prestiti rendono l’1% annuo lordo. E riaccendono l’interesse sui BFP.
Nuovi buoni fruttiferi postali: caratteristiche comuni
Questi buoni, al pari di tutti i BFP, godono della garanzia dello Stato. Essi, infatti, sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, peraltro in occasione del 170-esimo anniversario.
La seconda caratteristica dei buoni postali è l’assenza dei costi. In particolare né la sottoscrizione né il rimborso comportano il pagamento di oneri di alcun tipo.
Oltre a ciò il taglio minimo dei BFP è davvero basso: 50€. Ciò li rende dunque adatti a tutti gli investitori. Tuttavia il loro rendimento non è esaltante e quindi occorre procedere con attenzione.
Il mio scopo, qui ed ora, non è quello di dirti di comprare oggi i buoni. Al contrario mi limiterò a fare una disamina delle loro caratteristiche. Se vuoi conoscere le migliori opportunità di investimento, invece, farai bene ad affidarti ad un esperto.
Oppure potrai studiare e imparare a investire da solo, così da non dipendere più da nessuno e capire da solo se i buoni fanno per te o no.
Detto ciò esaminiamo le due tipologie di titoli.
Buoni fruttiferi 170°CDP premium
I buoni postali 170 anni premium offrono un rendimento annuo lordo dell’1%. In particolare essi hanno una scadenza di 4 anni, al termine della quale è possibile ottenere insieme sia il capitale sia gli interessi.
In breve si tratta di un investimento ad accumulazione dei proventi.
Tenuto conto sia della capitalizzazione composta sia dell’incidenza del fisco, il rendimento netto dei buoni ammonta allo 0,88% annuo composto.
Sebbene sia possibile incassare i buoni in qualsiasi momento, qualora il rimborso avvenga prima dei 4 anni dall’emissione nessun interesse sarà dovuto. In altri termini riprenderai solo il valore capitale del titolo, senza nulla in più.
Il buono, infine, è dedicato a chi versa nuova liquidità. lo scopo è chiaro: raccogliere denaro fresco da convogliare alla CDP.
Buono 170° CDP fedeltà
I nuovi buoni fruttiferi postali della serie sono dedicati ai “vecchi clienti”. In particolare solo coloro i quali hanno un buono scaduto a partire dal 1 novembre 2019 potranno sottoscrivere l’offerta.
L’obiettivo, in questo caso, è di mantenere la liquidità che, altrimenti, uscirebbe dal circuito della CDP.
Per quanto riguarda il rendimento, il buono fruttifero ha le stesse caratteristiche del precedente. Intendo dire che il rendimento netto è pari allo 0,88% annuo composto, a condizione di conservare il buono fino alla scadenza dei 4 anni.
Se, invece, lo rimborserai prima, otterrai indietro solo il valore capitale del titolo senza alcuna remunerazione. Infine il buono postale non paga interessi periodici, bensì rimborsa capitale ed interessi congiuntamente alla scadenza.
Rendimento buoni postali vs BTP
Dato che i buoni postali fruttiferi sono, di fatto, dei titoli di Stato, confrontiamone le caratteristiche con i BTP di pari durata.
Prima però occorre mettere in luce le differenze fondamentali tra i due titoli:
- i buoni postali non presentano fluttuazioni di prezzo, i BTP sì.
- i BTP corrispondono delle cedole, mentre i buoni fruttiferi reinvestono gli interessi.
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BTP Italia 20 novembre 2023
Il rendimento netto del titolo è inferiore a quello dei nuovi buoni fruttiferi postali. Infatti esso si ferma allo 0,29% netto. Se da qui alla scadenza, crescerà il tasso di inflazione, però, il BTP potrebbe rendere di più.
Ulteriori risorse per investire sono disponibili sul sito SegretiBancari.com
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari