Il Golden Butterfly Portfolio è una versione “modificata” del portafoglio permanente di Harry Browne. Si tratta di un’allocazione sempreverde pensata per chi ha poco tempo da dedicare ai propri investimenti. Ecco come funziona, quali strumenti usare per replicarlo e come adattare la versione originale alle esigenze dell’investitore europeo.
I principi del portafoglio
Il Golden Butterfly Portfolio (GBP) nasce da un’idea di Tyler, un ingegnere meccanico appassionato di finanza. Il principio ispiratore è il medesimo che ha portato altri studiosi alla creazione di portafogli evergreen in grado di ottimizzare il rapporto rendimento rischio indipendentemente dall’andamento contingente dei mercati.
Esempi celebri di questa “filosofia” sono il Lazy Porfolio o l’All Weather di Ray Dalio. Il grande vantaggio di quest’allocazione strategica sta nel fatto che essa richiede pochissima manutenzione e cerca di “galleggiare” al meglio in scenari futuri non conosciuti né prevedibili.
Per questo motivo sono ancora relativamente pochi gli investitori che ne “sposano” l’approccio. Molti, invece, preferiscono continuare a pagare commissioni bancarie elevate nell’illusione che ci siano gestori in grado di anticipare il futuro andamento dei mercati.
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L’idea fondamentale di base è che i mercati sono legati a ciò che succede all’economia. Quest’ultima, in breve, attraversa quattro fasi:
- crescita economica
- recessione
- inflazione
- deflazione.
Se è vero che non possiamo prevedere quale tra questi sarà lo scenario futuro, sappiamo che ognuno di queste ipotesi favorisce l’andamento di una determinata classe di attivo. Per questa ragione avendole tutte disporremo di un portafoglio diversificato che funziona nella maggior parte dei casi.
Le azioni, ad esempio, crescono durante le fasi espansive dell’economia. L’oro guadagna quando c’è inflazione. I bond a tasso fisso prosperano durante le recessioni e la deflazione.
Composizione standard
Quella che segue è la composizione di massima del portafoglio:
- azioni 40%
- obbligazioni: 40%
- oro: 20%
L’esame dell’asset allocation dimostra in modo inequivocabile l’importanza della diversificazione. Nessuna classe di attivo è più importante delle altre. Fa eccezione l’oro, che pesa meno perché la sua funzione è, in breve, quella di stabilizzare i rendimenti in caso di crisi finanziaria. O di proteggere il capitale in caso di inflazione.
Sia le azioni sia le obbligazioni comprendono quanti più tipi possibili (diversificando per scadenza e per dimensione dell’emittente). Chi pensa che si tratti di una composizione banale, poco adatta ai giorni nostri dovrà ricredersi. Infatti la strategia non solo ha funzionato sia durante gli anni 70, con l’oro alle stelle, ma anche negli anni ’80 quando il metallo perdeva valore.
La cosa più difficile da fare è sposare il fatto che:
- i mercati sono imprevedibili. Il GBP non è pensato per prevedere nulla;
- la grande diversificazione implica che il Golden Butterfly portfolio crescerà complessivamente. Tuttavia ci saranno sempre investimenti che vanno molto bene e altri che perderanno.
Rendimenti storici
La versione USA del portafoglio, basata in dollari e comprensiva delle azioni americane, ha avuto il seguente andamento:
In definitiva, nel ventennio, il rendimento medio annuo è stato del 7% circa. Ciò è coerente con altri tipi di portafoglio permanente e conforta circa la bontà della strategia.
Rischio e drawdown
Su periodi lunghi la strategia avrebbe premiato. Il grafico che segue, in breve, mostra le fluttuazioni negative subite dal portafoglio nel corso degli ultimi venti anni:
In particolare le discese sono state:
- -6,84% con il crollo del NASDAQ del 2000 (marzo 2000 – ottobre 2002);
- -16,64% in occasione della crisi subprime (novembre 2007 – marzo 2009);
- – 7,38% con la pandemia COVID (gennaio 2020 – marzo 2020).
L’esplosione della crisi inflativa del 2022 ha fatto scendere il portafoglio del 17%. Tuttavia l’esame delle serie storiche ci fa essere ottimisti circa il futuro andamento nei prossimi anni.
La manutenzione del Golden Butterly Portfolio
Parte integrante della strategia di ottimizzazione del portafoglio è il ribilanciamento periodico dello stesso. L’idea sottostante è che l’evoluzione del mercato finanziario comporta la variazione delle proporzioni attribuite ad ogni elemento che compone il portafoglio. Ad esempio le azioni potrebbero essere salite, e rappresentare il 44% del totale. L’oro, invece, potrebbe aver perso quota e coprire solo il 16% del controvalore.
In questo caso è bene, con frequenza annuale, ripristinare i pesi originali. Nel nostro caso andremo a vendere azioni per il 4% del valore attuale e investiremo la stessa percentuale in oro.
Punti critici del ribilanciamento
L’operazione, semplice sulla carta, è difficilissima a causa delle resistenze psicologiche. Infatti si tratta di “abbandonare i vincitori” per “abbracciare i perdenti”. Inoltre il ribilanciamento funziona molto bene in caso di calo improvviso delle quotazioni. Purtroppo investire durante i crolli è estremamente difficile, soprattutto se al ribasso iniziale ne segue un altro.
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L’adattamento del portafoglio all’investitore europeo
La versione originale della strategia si basa su azioni ed obbligazioni americane, per lo più espresse in dollari. L’investitore europeo, invece, dovrà modulare le varie classi di attivo sulla base della provenienza geografica.
Azioni
Le azioni a larga capitalizzazione potranno essere sia globali sia europee. Mentre nel secondo caso si tratta di “ribaltare” l‘asset allocation originale sostituendo gli indici, la prima opzione è a nostro avviso da preferirsi. Essa, intatti, evita la creazione dell’errore di distorsione da Paese di origine (home country bias) ed è più sbilanciata verso le azioni globali.
Stesso discorso per la small cap, facilmente replicabili con un ETF apposito, come vedremo.
Obbligazioni
I titoli a lunga scadenza, così come i bond con durata più ristretta, faranno bene ad essere in euro e/o globali ma con copertura dal rischio di cambio. La ragione è duplice:
- la funzione principale delle obbligazioni è la stabilizzazione del portafoglio. Inutile, in tal senso, correre rischi aggiuntivi con il cambio;
- la diversificazione valutaria si fa già con l’oro (denominato in dollari) e con le azioni, espresse nelle valute locali.
Oro
Per mantenere una corretta diversificazione e per risparmiare i costi della copertura è meglio optare per strumenti finanziari che non coprono il rischio di cambio.
Gli ETF per replicare il Golden Butterfly Portfolio
Ecco quali sono, secondo noi, i migliori strumenti da usare per replicare il portafoglio nell’ottica dell’investitore europeo:
- azioni a larga capitalizzazione: Lyxor Ucits Etf Msci All Country World. Si tratta di un ETF che investe in azioni di 23 Paesi Sviluppati e 24 Paesi Emergenti;
- azioni a piccola capitalizzazione: iShares MSCI World Small Cap. Investe in 3.269 azioni di società di emittenti di tutto il mondo. In modo analogo al precedente è a “trazione” statunitense, con gli USA che prendono il 55% del totale;
- obbligazioni a breve termine: Lyxor Euro Government Bond 1-3Y. Si tratta di un ETF specializzato sui bond governativi dell’area euro con durata compresa tra uno e tre anni;
- obbligazioni a lunga scadenza: iShares € Aggregate Bond ESG. Il vantaggio dell’ETF consiste nella sua caratteristica di prodotto “misto”. Esso, infatti, ha al proprio interno sia bond a breve scadenza sia titoli a lunga durata, di emittenti pubblici e privati, permettendo una grande ed efficace diversificazione;
- oro: WisdomTree Physical Gold. L’ETC è a replica fisica, esclude l’effetto contango , è liquido e permette la diversificazione valutaria nei confronti del dollaro.
Una versione più articolata
Una più ampia diversificazione prevede che il portafoglio “abbracci” le seguenti classi di attivo:
- Azioni Emergenti: 5%
- Azioni Europa: 5%
- Azioni globali: 10%
- Azioni globali Value: 10%
- Azioni globali Small Cap: 10%
- Obbligazioni Medio Termine: 10%
- Obbligazioni Cina: 10%
- Obbligazioni Euro Breve Termine: 20%
- Oro: 20%.
Ovviamente questa seconda opzione è più adatta per investitori che dispongono di capitali maggiori e vogliono una versione “meno evergreen” del portafoglio stesso.
Limiti della strategia
Le strategie basate sui portafogli permanenti non sono adatte per tutti. Esse, inoltre, non sono miracolose come uno potrebbe essere tentato a credere. Vediamo, in breve, i limiti del portafoglio della farfalla d’oro.
1 – decontestualizzazione
La strategia proposta non tiene conto di alcuni elementi importanti, quali l’orizzonte temporale dell’investitore e la sua tolleranza al rischio. A titolo di esempio l’enfasi sul controllo della volatilità è penalizzante se il GBP è usato come strategia di lungo periodo. Chi guarda alla pensione come obiettivo di investimento potrà optare per un portafoglio più aggressivo (e redditizio) nel lungo andare.
2 – scarsa flessibilità
Avere un solo portafoglio adatto per tutte le stagioni rende questa strategia rigida. A volte è meglio adottare un approccio ibrido, dove a strumenti stabili in portafoglio e ben diversificati si aggiungono prodotti “satellite” con vocazione più speculativa o, quanto meno, contestualizzata sulla base del momento di mercato.
Vantaggi del Golden Butterfly Portfolio
I vantaggi, invece, riguardano i seguenti punti:
1 – focus sull’asset allocation
Il portafoglio Golden Butterfly permette di focalizzarsi sull’importanza dell’asset allocation, in quanto “cabina di regia” dell’intero processo. Inoltre l’abbandono di ogni tipo di velleità predittiva aiuta l’investitore a mantenere il corretto atteggiamento mentale.
2 – costi bassi
La strategia, se fatta con ETF, permette di minimizzare i costi di gestione. Anche l’unico ribilanciamento annuo richiesto comporta un notevole risparmio di tempo.
Per concludere
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari