Gli indicatori di sentiment sono un pilastro del trading. Essi, però, sono utili anche all’investitore per ottimizzare il timing.
Cosa sono gli indicatori di sentiment?
Sugli indicatori di sentiment si potrebbe scrivere un libro a causa della complessità dell’argomento. Lungi dal voler essere esaustivo, complicando inutilmente la vita dei lettori, questo articolo vuole dare poche, semplici e chiare indicazioni utili all’investitore consapevole.
Chi vuole approfondire l’uso degli indicatori all’interno di una strategia di ingresso/uscita potrà continuare con i corsi di formazione di A Scuola di Investimenti.
In linea di massima gli indicatori di sentiment servono ad “intercettare” gli umori degli operatori attraverso la loro psicologia. In definitiva i mercati sono popolati da persone e, come sappiamo, gli esseri umani sono dominati dalle emozioni come paura e avidità.
I principali indicatori utili
Volendo semplificare al massimo possiamo identificare tre diversi indicatori di sentiment. Analizziamoli in dettaglio, privilegiando la semplicità alla rifinitura, in perfetto stile Segreti Bancari.
Indicatori di paura
Misurano il livello di euforia o di depressione degli operatori. Essi servono come strumento di tipo contrarian. Infatti il segnale di acquisto arriva dalla presenza di un forte panico, mentre l’indicazione di vendita deriva dall’avidità diffusa.
L’indice più noto è il CNN Fear and Greed index. Esso utilizza sette diverse misure per arrivare ad un valore, compreso tra 0 e 100, che esprime il livello di ottimismo (se si va verso 100) o pessimismo (se si va verso zero) del mercato.
La percentuale di rialzisti
Il BPI, bullish percentage index, esprime la quota parte degli operatori rialzisti sul totale. La presenza di molti soggetti che puntano al rialzo indica una forte direzionalità del mercato. Un elevato BPI non implica un crollo imminente: semplicemente evidenzia una forte avidità negli operatori.
Medie mobili
Si tratta della media degli ultimi “enne” prezzi calcolati da una certa data a ritroso. Ad esempio la media mobile a 200 giorni è la media, nella forma più semplice, degli ultimi 200 prezzi.
La media mobile livella l’andamento delle quotazioni rendendo più riconoscibile le tendenze di breve, medio e lungo periodo che si formano sui mercati.
Uso di una media mobile
Il segnale di acquisto si ha quando il prezzo supera la media mobile. Quest’ultima è spesso calcolata su un periodo piuttosto lungo. Ad esempio la media più usata è quella a 200 giorni, che corrisponde ad un anno.
L’avviso di vendita, invece, implica che il prezzo scenda sotto la media mobile.
Uso di filtri
L’uso delle medie mobili comporta parecchi falsi positivi. Si tratta, in breve, di acquisti fatti in modo errato o di vendite cui segue un rialzo invece di un ribasso.
Attraverso la tecnica del filtro l’acquisto avviene dopo che il prezzo ha superato la media mobile di una certa percentuale, opportunamente stabilita. Idem quando si tratta di effettuare la vendita.
L’utilizzo di due medie mobili
La tecnica presuppone che si usino due medie mobili, ad esempio quella a 200 giorni e quella a 50 giorni. Il segnale di acquisto si ha quando la media mobile più corta incrocia dal basso verso l’alto quella lunga.
Al contrario quando l’incrocio della media breve su quella lunga avviene dall’alto verso il basso è ora di vendere.
Strategie operative
Con gli indicatori di sentiment si possono impostare due strategie diverse. Ognuna di esse va bene per un particolare tipo di investitore.
Approccio contrarian
L’investitore contrarian va contro il mercato. Il suo obiettivo è comprare quando tutti vendono e vendere quando tutti comprano. Chi si riconosce in questa tipologia userà il fear and greed indicator, o il BPI, per cercare di indovinare il punto di massimo pessimismo per entrare e il picco euforico per vendere.
Oppure, come insegniamo nei corsi di A Scuola di Investimenti, usa in modo opportuno e ragionato la tecnica del ribilanciamento di portafoglio.
Approccio trend following
I trend follower cercano di inseguire le masse in modo precoce. Il loro obiettivo, in sintesi, consiste nell’individuare una tendenza di fondo per entrare e sfruttarla, finché la stessa dura.
Gli indicatori ideali sono, in questo caso, le medie mobili. Tuttavia esse agiscono con ritardo rispetto ad un minimo o ad un massimo.
Per questa ragione, e per ridurre i falsi positivi, nel corso Personal di A Scuola di Investimenti “correggiamo” l’uso delle medie mobili attraverso l’elaborazione di un indicatore di tipo fondamentale per decidere il momento di ingresso/uscita sui mercati.
La cosa importante è non attribuire un’importanza eccessiva agli indicatori di sentiment. Essi vanno utilizzati all’interno di una strategia di investimento coerente con la psicologia dell’investitore. Inoltre il loro ruolo va confinato all’ottimizzazione di un’asset allocation che tuttavia non sostituiscono.
Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari