I fondi sovrani sono i più importanti investitori del mondo. Essi appartengono per lo più a Governi e sono creati con il denaro proveniente dalle tasse e dall’industria. Ecco dove investono e da dove deriva la loro straordinaria performance.
Cosa sono i fondi sovrani
Prima di analizzare dove investe un fondo sovrano, soffermiamoci un attimo a capire di che cosa stiamo parlando esattamente. Un Sovreign Wealth Fund (SWF) è un fondo istituito da uno Stato o da un Governo con lo scopo di gestire la ricchezza nazionale.
Le entrate derivano prevalentemente da una o più di queste fonti:
- surplus commerciale e/o valutario connesso con la bilancia dei pagamenti
- riserve valutarie
- ricavo dalla vendita di risorse (il petrolio nel caso della Norvegia)
- eccedenze fiscali che non sono spese nell’immediato.
Viceversa le riserve detenute dalle Banche Centrali, i fondi pensione pubblici, le imprese statali e le gestioni a favore di individui non rientrano nella categoria.
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Obiettivi di un fondo sovrano
Gli SWF non hanno scopo di lucro. Il loro obiettivo è l’investimento del capitale, nel lungo periodo, per raggiungere alcuni scopi di ordine sociale. Ecco, in breve, i più comuni:
- risparmio per le generazioni future
- accumulo di ricchezza per erogare le pensioni
- finanziamento di opere strategiche (energie pulite, infrastrutture)
- creazione di un “tesoretto” di riserva per le emergenze nazionali.
Gli obiettivi di un fondo sovrano, pertanto, sono riconducibili alle più alte finalità istituzionali. La disponibilità di ingenti somme di denaro che verranno spese solo in parte e potranno essere investite per parecchi anni rendono gli SWF investitori non speculativi.
Alcuni organismi vantano una grande trasparenza. Ad esempio il Norges pubblica il proprio portafoglio e rende pubbliche le proprie strategie. Altri, invece, sono piuttosto criptici e di loro si sa poco o nulla.
Dove investono i fondi sovrani
Capire le politiche di gestione è davvero importante. Sebbene l’investitore privato non possa impiegare i suoi soldi direttamente nel “prodotto”, possiamo trarre alcune indicazioni operative molto utili. Prima di farlo, però, vediamo come investono i più grandi SWF al mondo.
Quella che segue è una lista dei 10 più importanti. Tuttavia, poiché non tutti rendono accessibili le proprie scelte, ci concentreremo su due di essi:
- Government Pension Global Fund (Norges Fund), il cui patrimonio è di $1,3 trilioni;
- U.S. Vanguard Total Stock, con un patrimonio analogo al precedente è un fondo passivo gestito dall’omonima società, leader mondiale del settore;
- China Investment Corporation, che conta su 1,2 trilioni di $;
- Kuwait Investment Authority, di proprietà dello Stato, con 649 miliardi di $;
- Abu Dhabi Investment Authority, con un capitale di 649 miliardi di $;
- Hong Kong Monetary Authority Investment Portfolio, con 581 miliardi di $;
- Government of Singapore Investment Corporation, con 545 miliardi di $;
- Temasek (sempre di Singapore) con 484 miliardi di $;
- National Council for Social Security Fund, cinese, con 447 miliardi di $;
- Public Investment Fund of Saudi Arabia dell’omonimo Stato con 430 miliardi di $.
Government Pension Global Fund
L’SWF norvegese fu creato in seguito alla scoperta del petrolio nel Mare del Nord. Il suo scopo è la salvaguardia del futuro dell’economia nazionale. Il patrimonio è impiegato prevalentemente in azioni, che rappresentano circa il 70% del totale. In dettaglio abbiamo la seguente ripartizione: azioni: 72,8%, riguardanti 69 paesi e 9.123 società. Reddito fisso per il 24,7%, riguardante 45 paesi e 1.245 obbligazioni. Immobili per il 2,5%.
In particolare il fondo possiede 867 proprietà di pregio in diversi Paesi del mondo. La ragione risiede nel fatto che, oltre a generare cassa attraverso gli affitti, gli immobili sono poco correlati con l’andamento del mercato azionario.
China Investment Corporation
Con lo scopo di diversificare le partecipazioni in valuta estera del Paese, il veicolo di investimento gestisce risorse per 1,2 trilioni di $. A differenza del precedente troviamo, in portafoglio, un numero maggiore di asset alternativi:
- settore immobiliare
- private equity
- credito privato
- hedge fund cubano
Queste tre principali impieghi rappresentano il 43% del totale. Le azioni, invece, prendono il 38%, le obbligazioni il 17%.
Niente petrolio in futuro
Molti degli Stati con SWF più ricchi sono produttori di combustibili fossili. Pensiamo, ad esempio, al Kuwait, all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti o, ancora, alla Norvegia. Sebbene il petrolio vedrà il suo consumo ridursi drasticamente nei prossimi anni, esso rappresenterà comunque una risorsa energetica piuttosto importante.
Tuttavia, consci del problema, alcuni fondi stanno investendo nelle energie pulite, contribuendo ad accelerare il processo di transizione energetica.
Investire come i fondi sovrani
Quelli che seguono sono alcuni principi di investimento che possiamo ricavare dall’esame delle operazioni svolte dagli SWF. Si tratta, in verità, delle stesse tecniche che hanno decretato il successo di altri patrimoni istituzionali come, ad esempio, fondazioni universitarie (Vedi il caso Yale).
Orientamento al lungo periodo
Non avendo necessità immediate di cassa, né dovendo subire le pressioni delle fluttuazioni giornaliere, gli SWF impiegano il loro denaro in prevalentemente in titoli di capitale. Le obbligazioni, al contempo, rappresentano una parte minoritaria del capitale. Esse, infatti, non garantiscono una crescita adeguata nel tempo, né preservano il potere di acquisto dall’inflazione.
La quota azionaria di un portafoglio di lungo termine è del 70% circa.
Diversificazione
Lungi dall’investire facendo previsioni su un futuro che nessuno conosce, i gestori diversificano moltissimo le risorse tra più emittenti, valute e aree geografiche. Non compaiono investimenti “di moda” nei portafogli. Al contrario i fondi replicano l’andamento di grandi indici finanziari “ever green”. Gli stessi che possono essere clonati dal singolo investitore con un portafoglio di ETF.
Allearsi con il tempo
Esistono due modi per creare ricchezza. Il primo consiste nel guadagnare molto per breve tempo oppure performare “meno” ma per lungo tempo. La scelta degli SWF è la seconda. Invece di tentare la sorte con operazioni speculative l’obiettivo è quello di non perdere soldi e garantire una crescita il più possibile costante nel corso dei prossimi dieci o più anni. Il rendimento medio è del 7% circa. Esso, tuttavia, applicato su un orizzonte di dieci anni, implica il raddoppio del capitale. Ogni 16 anni, invece, l’importo triplica.
Presbiopia finanziaria
Richard Thaler, premio Nobel per l’economia nel 2017 ha teorizzato la visione “miope” degli investimenti. Lo studioso ha dimostrato che un’attenzione eccessiva all’andamento giornaliero delle quotazioni finisce con il creare tensioni. Esse si traducono in politiche di investimento eccessivamente prudenti che comportano guadagni insoddisfacenti nel corso degli anni.
Il Norges Fund, ad esempio, pubblica un resoconto sull’andamento del patrimonio due volte l’anno. I gestori, inoltre, non mostrano alcun timore per il fatto che hanno “bruciato” nel 2022 i guadagni del 2021. Peraltro di fronte ad un +14% lo scorso anno avevano già anticipato che quello sarebbe stato un risultato eccezionale.
Come i contadini sanno che annate buone e negative si alternano ma alla fine, in media, il raccolto è soddisfacente, allo stesso modo fanno i gestori dei fondi sovrani.
Minimizzare i costi
Jack Bogle ha mostrato l’impatto dirompente dei costi di gestione di un portafoglio sui rendimenti di lungo periodo. Molti fondi a gestione attiva costano più del 2% l’anno. Se si aggiunge che il 90% di essi non riesce a guadagnare di più del mercato nel suo complesso capiamo subito come sia meglio usare gli ETF per costruire portafogli di lungo periodo.
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