Scopriamo insieme se conviene scegliere il servizio di consulenza personalizzata Fineco Advice con una recensione completa, comprensiva delle nostre opinioni indipendenti fuori dal coro.
Chi è Fineco Bank
Fineco è una banca multicanale attiva dal 1999, dapprima come SIm e poi come istituto di credito. Nel 2001 contava 250.000 clienti e si affermò come numero uno nel trading on line. Nel 2008, in seguito con la fusione di Capitalia in Unicredit, avviene la fusione con Xelion.
Nel 2014 si quota in borsa, mentre dal 2016 fa parte dell’indice FTSE MIB e dal 2017 anche dello Stoxx 600. Al 31 dicembre 2021 la banca contava 1.400.000 clienti, 10,7 miliardi di raccolta netta e 48,8 miliardi “private”.
Fineco Advice si colloca in questa cornice. Si tratta di una consulenza personalizzata, ma non totalmente indipendente come vedremo, che offre tre vantaggi:
- pianificazione patrimoniale e successoria
- efficienza fiscale
- scelta dei prodotti migliori senza vincoli di scelta.
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Le fasi dell’investimento
Fineco Advice si snoda attraverso tre fasi distinte. Tutte sono svolte con il supporto di un consulente, iscritto all’albo OCF ma nella sezione degli abilitati all’offerta fuori sede. È importante sottolineare, quindi, come non ci sia una vera indipendenza nei consigli offerti.
Ma entriamo più in dettaglio di ognuna delle tre fasi per capire come si snodi l’intero percorso.
Diagnosi
Si tratta dell’approccio iniziale, volto a capire la composizione del portafoglio del cliente. L’obiettivo è quello di capire dove effettivamente si sia investito, quale siano il profilo di rendimento/rischio e la ripartizione del capitale attuale, sia per area geografica, sia per valuta e per tipo di attività.
Pianificazione personalizzata
Attraverso la misurazione della propensione al rischio, la definizione dell’orizzonte temporale e degli obiettivi di investimento il consulente formulerà un’asset allocation strategica personalizzata.
Lo scopo di questa fase consiste nel creare un portafoglio che miri a massimizzare le probabilità del raggiungimento degli obiettivi del cliente, siano essi di tipo primario sia secondario. Il modello usato in questa fase è quello della frontiera efficiente, di Harry Markowitz.
Monitoraggio
La fase conclusiva riguarda il controllo dei risultati. In definitiva il consulente e il cliente fanno, periodicamente, il check-up della situazione. Attraverso report appositi si valuterà la coerenza tra il piano impostato e gli obiettivi dell’investitore. Si farà, inoltre, un esame della performance per concludere con l’analisi della qualità degli investimenti.
Fineco Advice Unit
Si tratta di una polizza Unit linked, o del ramo 3, che permette di investire in modo diversificato grazie alla presenza di 7 fondi interni assicurativi. Ognuno di essi, in breve, è caratterizzato per un profilo di rischio crescente.
Lo scopo del contratto è ottimizzare la fiscalità degli strumenti finanziari, attraverso la compensazione delle minusvalenze e plusvalenze derivanti dall’investimento in fondi.
Costi
Non è possibile definire, in generale, quanto costa Fineco Advice. Tuttavia possiamo affermare che esiste una commissione annua percentuale, applicata sul capitale sottostante che dipende dal profilo scelto. La linea di consulenza, infatti, offre tre opzioni:
- cauto, caratterizzato da una componente obbligazionaria marcata
- intermedio, corrispondente ad un profilo bilanciato
- dinamico, ossia una linea a vocazione azionaria.
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Consulenza o gestione patrimoniale?
Advice è un servizio di consulenza. Ciò significa che la banca non ha facoltà di eseguire in modo autonomo operazioni di investimento. La gestione patrimoniale, al contrario, include un contratto di mandato.
Ciò permette al gestore, entro le linee stabilite dal contratto, l‘operatività autonoma sui mercati. Da questo punto di vista, in breve, la consulenza è meno rischiosa. Tuttavia l’adattamento dei portafogli sarà più lento. Occorre, infatti, il consenso del cliente per ogni operazione effettuata.
Le opinioni di Segreti Bancari
Concludiamo la recensione del servizio con le nostre opinioni. L’obiettivo è capire se convenga investire attraverso Fineco Advice oppure no. Ecco i punti critici, riassunti in modo schematico.
Scarsa trasparenza
Non è possibile trovare informazioni chiare sul costo del servizio. Inoltre ogni singolo consulente ha una certa discrezionalità nell’applicazione della commissione. L’investitore interessato farà bene a “trattare” per ottenere condizioni di favore.
Indipendenza parziale
Il consulente è libero di scegliere i prodotti più interessanti per il cliente. Tuttavia la selezione si limita ai fondi che la banca colloca. Un prodotto per il quale Fineco non è venditore non potrà essere consigliato. Ci troviamo, in breve, di fronte ad una sorta di brokeraggio, in cui il soggetto consiglia il “meglio” tra le sole alternative di cui dispone.
Prevalenza di fondi attivi
I portafogli costruiti sono per lo più composti da fondi tradizionali a gestione attiva. Al contrario gli ETF sono pochi. Credo che ciò derivi dalla scarsa conoscenza dello strumento, oltre che da un retaggio culturale. Tuttavia poiché l’investimento in fondi è spesso perdente, ciò si traduce in una riduzione delle performance finali.
Pressione sui nuovi prodotti
È ragionevole pensare che il consulente finirà con il suggerire prodotti finanziari più complessi e costosi, oltre ai fondi e agli ETF. La polizza Unit di cui abbiamo parlato ne è un esempio. L’investitore dovrà sempre tenere alta la guardia, per evitare di trovarsi in tasca strumenti costosi e poco remunerativi.
Il baco della Frontiera
La frontiera efficiente è un modello matematico complesso e affascinante che tuttavia rischia di crollare come un castello di carte. In sintesi i portafogli che “vengono fuori” dall’elaborazione sono sovente inefficaci per il futuro.
A causa della regressione verso la media i rendimenti passati, usati nell’ottimizzazione, non sono quasi mai confermati in futuro. Accade così che i portafogli elaborati siano viziati all’origine.
Alla luce di ciò sconsigliamo di sottoscrivere il servizio di consulenza Advice di Fineco Bank.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari