La finanza alternativa non è più uno strumento per super ricchi. La crisi da COVID-19, infatti, ha rotto i tradizionali modelli finanziari. E oggi serve più diversificazione per tutti.
Cos’è la finanza alternativa?
Con il termine finanza alternativa si intendono strumenti finanziari caratterizzati da rendimenti e rischi elevati, scarsa liquidità e bassa correlazione con gli attivi tradizionali.
La finanza alternativa, in breve, cerca di avvicinare imprese innovative ed investitori evoluti con benefici per entrambi.
Gli strumenti della finanza alternativa
Sebbene non sia facile stendere un elenco completo, ecco qui di seguito i principali strumenti finanziari alternativi.
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PIR
I piani individuali di risparmio (PIR) sono nati con la legge di stabilità 2017. Il loro scopo è far affluire denaro verso le PMI italiane. In cambio essi offrono agevolazioni fiscali a chi li tiene per 5 anni.
Nonostante il successo iniziale i PIR hanno imboccato la parabola discendente.
ELTIF e PIR di seconda generazione
I PIR di nuova generazione e gli strumenti di investimento a lungo termine sono i nuovi prodotti di finanza alternativa. Gli ELTIF, in particolare, nascono col lo scopo di favorire il reperimento di capitale di rischio da parte delle PMI.
Fondi di private equity
Si tratta di una variante dei casi precedenti. I gestori, infatti, investono il denaro dei clienti in aziende in fase di lancio (start-up), fortemente innovative ma dalle prospettive incerte.
Perché investire in finanza alternativa?
La storia delle crisi recenti mostra come tutte le classi di attivo perdano valore nei momenti difficili. Ciò smorza gli effetti della diversificazione tradizionale e stimola la ricerca di nuove soluzioni.
Fino al 2020, infatti, l’investitore che volesse diversificare il rischio azionario poteva comprare bond ad alta qualità. In breve un portafoglio composto per il 50-60% da azioni e per il resto da obbligazioni offriva un buon compromesso tra rendimento e rischio.
In aggiunta i bond ad alta qualità facevano da contrappeso alle azioni rivalutandosi durante le crisi finanziarie. Tuttavia a causa delle politiche monetarie espansive il rendimento dei bond sicuri sfiora lo zero. D’altro lato l’incremento del debito ha reso lo stesso più rischioso.
Ecco allora che servono strategie nuove e più articolate per la gestione del rischio e l’ottimizzazione dei rendimenti.
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Chi può investire in finanza alternativa
L’apertura della finanza tradizionale a nuovi prodotti richiede un passaggio legislativo. I nuovi strumenti, infatti, sono accomunati dalla elevata rischiosità e dalla scarsa liquidità.
A tal proposito si sta pensando di modificare la normativa MIFID per creare una figura di investitore intermedio tra il “retail” e professionale. Si tratta, in definitiva, del cliente semi-professionale dotato di un patrimonio elevato.
In particolare questo potrebbe investire in strumenti illiquidi parte delle proprie disponibilità, anche in assenza dell’appropriatezza. Gli strumenti alternativi sarebbero peraltro adeguati in base alla consistenza patrimoniale. Inoltre la presenza di un consulente esperto mitigherebbe il rischio.
L’investimento in finanza alternativa non è per tutti. Esso richiede capitali elevati per la corretta diversificazione, abilità nella valutazione dei singoli strumenti e un’alta tolleranza al rischio.
L’investitore comune potrà ottimizzare il proprio portafoglio investendo in strumenti che si “avvicinano” ai prodotti alternativi. Ne sono un esempio oro e immobili.
Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari