Gli ETF smart beta hanno fallito il test del Coronavirus. A fronte di costi più alti la protezione durante i ribassi è stata minima.
ETF smart beta low volatility
Gli ETF smart beta sono fondi di investimento passivi che adottano una strategia di gestione attiva. Sebbene questa possa apparire come una contraddizione di termini, ma non lo è.
Intendo dire che gli ETF replicano sempre in modo passivo un indice finanziario. Tuttavia nulla esclude che lo stesso non sia un indice standard. Gli emittenti, ad esempio, hanno creato indici innovativi che cercano di battere il mercato attraverso strategie complesse. Poi hanno lanciato sul mercato ETF che replicano quegli stessi indici.
Da questo punto di vista gli smart beta meritano una attenzione particolare, poiché a fronte di costi più elevati dovrebbero garantire una minore volatilità, così da attutire le perdite.
Il Team di Segreti Bancari ha analizzato sei principali ETF smart beta nel periodo del crollo da Coronavirus. Ecco cosa ha scoperto.
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ETF smart beta globali
La nostra analisi riguarderà un prodotto di casa Lyxor ed un iShares. Entrambi sono smart beta, ossia mirano a replicare un indice che ha l’obiettivo di battere l’MSCI World (o simile) attraverso la riduzione della volatilità.
Dopo una breve analisi dei prodotti faremo una verifica della loro efficacia, grazie al confronto con un prodotto standard.
Ishares edg Msci world min vol
Si tratta di un prodotto a replica fisica campionaria. In breve l’ETF deterrà una parte dei titoli che compongono l’indice sottostante, l‘MSCI World Minimum Volatility.
Il costo annuo di gestione è dello 0,30%.
Lyxor Ftse all world min var
A differenza del precedente, l’ETF smart beta di Lyxor è a replica sintetica. L’indice clonato è l‘FTSE All-World Minimum Variance Net Tax Index. Il costo di gestione è dello 0,30% l’anno in modo analogo al suo concorrente.
Smart beta vs standard
Il grafico che segue compara l’andamento degli ETF con un prodotto che clona un indice equiparabile, senza strategie particolari.
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Si nota subito che il crollo derivante dagli effetti economici del Coronavirus ha colpito tutti gli ETF. Sebbene gli smart beta abbiano limitato i danni, la differenza è minima rispetto alla detenzione di un prodotto standard.
ETF smart beta Europa
La nostra analisi prosegue attraverso lo studio di due ETF low volatility europei. A differenza del caso precedente non troviamo un prodotto iShares, ma solo Lyxor ed Ossiam.
Lyxor Ftse Europe min var
L’ETF low volatility di Lyxor è un prodotto a replica fisica. Da questo punto di vista, quindi, il sottostante è composto dagli stessi titoli che compongono l’indice replicato, l‘FTSE Developed Europe Minimum Variance Net Tax Index.
Il costo di gestione del prodotto è dello 0,20% l’anno.
Ossiam Istoxx Europe min var
Il prodotto di Ossiam è a replica sintetica. In breve esso clona l’indice iSTOXX® Europe Minimum Variance Index NR. Il costo annuo di gestione è dello 0,65%.
Smart beta vs standard
Il grafico che segue mostra l’andamento comparato dei due ETF smart confrontati con un prodotto standard.
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Ancora una volta si evince come gli ETF abbiano contenuto le perdite in minima parte. Sebbene l’Ossiam sia stato il migliore, esso ha patito comunque un ribasso di poco inferiore a quello di un prodotto standard.
ETF smart beta mercati emergenti
Terminiamo con l’analisi di due ETF smart beta azionari emergenti. Dopo averne descritto le caratteristiche passeremo allo studio grafico comparato.
Lyxor Ftse emer market min var
L’ETF è un prodotto a replica sintetica (indiretta). In particolare esso replica l’andamento dell’indice FTSE Emerging Minimum Variance Net Tax Index con l’obiettivo di investire nelle azioni emergenti riducendo la volatilità.
Il costo annuo di gestione è dello 0,40%.
Ishares edg Msci em mkt min vol
Si tratta, in breve, di un prodotto a replica fisica. Esso detiene le azioni che compongono l’indice di riferimento, l’MSCI Emerging Markets Minimum Volatility Index.
In modo simile al precedente, la commissione annua di gestione è dello 0,40%.
Smart beta vs standard
Confrontiamo, per l’ultima volta, l’andamento degli ETF smart beta con un fondo analogo di tipo standard.
In questo caso si nota come gli ETF smart abbiano avuto un andamento peggiore rispetto a quello standard. Una delle possibili cause è la minore liquidità del sottostante, che rende più difficile la replica del medesimo.
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Conclusioni
La scelta di un ETF va fatta con cura. Soprattutto se si tratta di prodotti più complessi, come gli smart beta. In definitiva essi sono “leggermente protettivi” durante le fasi di ribasso. Tuttavia presentano due limiti importanti.
In primo luogo è probabile che il loro rendimento sia inferiore rispetto ad un prodotto standard in occasione di un rialzo di mercato. Infine, i loro costi di gestione e la loro liquidità sono peggiori rispetto ad un prodotto standard opportunamente selezionato.
Think different. Invest differently.
Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari