Dove investire nel 2018? Quali sono i migliori investimenti per il 2018 e come fare un investimento sicuro e redditizio?
Il 2018 si presenta come un anno problematico per l’investitore consapevole. Non sono in grado di fare previsioni su cosa ci riserverà o meno il futuro, ma voglio condividere con te alcune idee che si riveleranno utili per l’anno che viene.
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Sono Giacomo Saver, il fondatore di SegretiBancari e direttore dell’Investment Club. Negli ultimi venti anni sono stato anzitutto un investitore inconsapevole, poi un bancario addetto al settore “private” ed infine un formatore ed un investitore indipendente. Il mio obiettivo consiste nell’aiutare le persone con un patrimonio pari o superiore a 100.000 € ad investirlo in modo redditizio, sicuro e semplice.
Vediamo qual è la situazione che ci troviamo di fronte a fine 2017, in modo da decifrare quali potranno essere gli sviluppi che ci attendono e decidere come e dove investire nel 2018.
Come investire nel 2018: scenario di partenza
A fine 2017 le borse sono sui massimi storici e mostrano qualche segno di stanchezza. E’ piuttosto normale, se consideri che è dal gennaio 2016 che non assistiamo ad un ribasso dei mercati che raffreddi un po’ le quotazioni. Le azioni oggi non sono di certo su livelli economici, ma non appaiono neppure surriscaldate, come vedremo tra breve.
Le obbligazioni arrivano da un anno difficile, strette tra il deprezzamento del dollaro e tensioni sui tassi di interesse.
Cosa faranno i mercati azionari nel 2018?
Da più parti si dice che i mercati azionari sono sopravvalutati e che presto ci sarà una catastrofe finanziaria. Alcune persone che conosco hanno preso alla lettera questa opinione, considerandola un vero e proprio dato di fatto, e sono rimaste alla finestra in attesa di vedere ciò che resta delle azioni scorrere davanti ai loro occhi.
Purtroppo le cose sono andate diversamente da come i catastrofisti prevedevano:
- il mercato azionario Usa, in euro, ha reso il 38,18% negli ultimi tre anni
- le borse europee nello stesso periodo si sono apprezzate del 20,75%
- i Paesi Emergenti hanno guadagnato il 26,59%
Questo rialzo potrà continuare? Onestamente non lo so. Credo che per effetto di un fenomeno noto come “ritorno in media” secondo cui a periodi molto buoni ne devono seguire altri meno favorevoli, per compensare le annate eccezionali, i prossimi anni non saranno più eccezionali per i mercati azionari.
Così come ci siamo messi in testa che non è più possibile guadagnare il 10% netto l’anno con i BTP come facevamo alla fine degli anni ’90, dobbiamo accettare che difficilmente i mercati azionari potranno continuare ad offrire rendimenti a due cifre. In base allo studio della storia, all’analisi dei dividendi ed al probabile tasso di crescita degli utili, è facile immaginare che un portafoglio interamente azionario non possa offrire rendimenti superiori all’8-9% annuo medio, con una volatilità del 20%.
Ciò significa dover mettere in conto uno o due anni negativi ogni sei all’incirca. Durante ogni singolo anno dovremo mettere in conto oscillazioni più marcate dei controvalori investiti, che difficilmente dovrebbero perdere oltre il 15 – 20% al termine dell’anno, a meno che non arrivi un’altra crisi finanziaria.
E’ il momento di investire in azioni?
Le azioni non sono sopravvalutate, in nessuna parte del mondo. Se osserviamo il rapporto Prezzo/Utili, o Price Earning, o P/E notiamo subito come esso si posizioni tra un minimo di 13 ed un massimo di 22 per tutti i principali mercati azionari globali. Ecco la classifica dell’economicità delle borse:
- i mercati emergenti, con un P/E di 13 sono quelli meno cari tra le principali aree geografiche
- l’Europa, con un P/E di 16 si situa al secondo posto
- gli Usa con un P/E di 22 sono il mercato più caro al momento, ma anche il più importante, quello che “guida” tutti gli altri.
Sebbene i rapporti in questione possano variare a seconda dell’andamento degli utili, salendo rapidamente in caso di recessione, la situazione attuale è ancora favorevole all’investimento azionario. I prossimi 5 – 7 anni dovrebbero vedere crescere le azioni, sebbene in misura più ridotta a quanto avvenuto nel recente passato. Inoltre le azioni dovrebbero rappresentare una difesa efficace in un contesto inflazionistico e risentire in modo minore degli effetti di un possibile rialzo dei tassi di interesse da parte delle Banche Centrali.
Investire in azioni dovrebbe essere ancora conveniente, tenendo conto che tuttavia potranno esserci ribassi anche significativi nel corso dell’anno. Le azioni saranno il miglior investimento del 2018? Può darsi, ma sicuramente saranno meno rischiose di quanto potranno essere le obbligazioni.
Con i tassi ai minimi il mercato azionario rappresenta una valida alternativa all’investimento in bond, e a meno che non arrivi una recessione (al momento decisamente poco probabile), è ragionevole immaginare che le azioni potranno offrire rendimenti soddisfacenti per gli investitori. Ecco quali sono i migliori ETF per investire in azioni nel 2018, in mancanza di ulteriori indicazioni.
Le obbligazioni saranno un investimento sicuro nel 2018?
L’investimento in obbligazioni è sempre piaciuto agli investitori italiani che lo hanno considerato il modo migliore per investire senza rischiare. Sebbene casi sporadici di default abbiano dimostrato che anche con le obbligazioni si può perdere, i bond restano un buon modo per investire in modo sicuro. Ma negli ultimi anni qualche cosa è cambiato.
I rendimenti delle obbligazioni sono scesi sensibilmente grazie alle politiche monetarie espansive delle Banche Centrali. I rendimenti generati dai bond negli ultimi anni pertanto sono stati molto buoni grazie alla presenza congiunta di:
- cedole elevate, pagate dai titoli “vecchi” ancora in circolazione ed emessi in un contesto di tassi di interesse più alti dell’attuale
- rivalutazione del capitale investito che ha reso redditizi i titoli di vecchia emissione.
Questo scenario, che probabilmente cambierà radicalmente nel 2018, ha permesso agli investitori di ottenere rendimenti elevati senza correre rischi particolari. Ma sui bond incombono minacciose tre nubi:
- la presenza di clausole sfavorevoli (call) che permettono agli emittenti di rimborsare in anticipo a prezzi ribassati titoli che alle attuali condizioni di mercato sono troppo onerosi per l’emittente e troppo convenienti per gli investitori
- il possibile deprezzamento delle quotazioni in caso di rialzo dei tassi di interesse
- il possibile deprezzamento delle quotazioni in caso di ritorno dell’inflazione.
Il messaggio che voglio trasmetterti è semplice quanto chiaro: le obbligazioni non sono più da considerarsi un investimento del tutto sicuro, perché le loro quotazioni potranno subire oscillazioni simili a quelle delle azioni, con l’aggravante che i loro rendimenti futuri saranno scarsi.
Le obbligazioni dovranno fare parte di un portafoglio diversificato, ma in misura inferiore rispetto al passato. Sarà inoltre necessario investire in ETF obbligazionari ad hoc, in modo tale da diversificare la durata dei titoli in portafoglio e le valute.
Non avrà senso investire solo in obbligazioni e titoli di stato dell’area euro, magari con scadenza particolarmente estesa per “spuntare” qualche punto percentuale in più; l’investitore consapevole farà bene a guardare anche fuori dal Vecchio Continente, privilegiando obbligazioni i cui prezzi sono poco sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.
Dove investire nel 2018: ecco il portafoglio perfetto
Lungi dall’essere un anno facile il 2018 riserverà delle sorprese per tutti. In questa sede non posso essere più specifico, ma qualche consiglio di investimento voglio dartelo.
Se, come abbiamo visto, le azioni e le obbligazioni presentano rischi molto simili ai livelli in cui ci troviamo ma rendimenti piuttosto divergenti, la cosa migliore da fare è costruire un portafoglio equilibrato composto per metà da azioni e per metà da obbligazioni.
Alla domanda: “dove investe i suoi soldi?”, il premio Nobel Harry Markowitz, l’ideatore della teoria della frontiera efficiente, rispondeva: “per metà in azioni e per metà in obbligazioni, perché non so quale delle due attività renderà di più“. Ti consiglio di fare altrettanto e di mettere in conto oscillazioni marcate del capitale investito nel corso dell’anno.
Purtroppo non sarà più possibile estrarre valore senza rischiare. Ciò nonostante, con un P/E medio di 18 le azioni mondiali (emergenti incluse) offrono un rendimento da utili del 5,55% mentre il rendimento in euro di un BTP decennale è solo dell’1,50% per cui rischiare un po’ di più con le azioni è senza dubbio sensato.
I Migliori ETF in cui investire nel 2018
Ora che abbiamo visto, in linea di massima, quale potrebbe essere il portafoglio di investimenti sicuri e redditizi per il 2018, ci mancano i prodotti con cui realizzarlo.
Sebbene nel mio servizio Investment Club usiamo parecchi strumenti che ci permettono una grande diversificazione e li movimentiamo nel tempo, tu puoi partire usando solo quattro ETF che ti permetteranno di coprire tutte le maggiori aree geografiche del Pianeta comprendendo anche il “grande assente”, ovvero un’attività finanziaria importante di cui non abbiamo parlato qui ma a cui farai bene a ricavare uno spazio nel tuo portafoglio, nell’ambito della metà dedicata alle azioni.