Massimizza il rendimento: l’importanza della diversificazione degli investimenti

8 Maggio 2024

diversificazione portafoglio

Temi di non aver diversificato correttamente il tuo portafoglio? Vuoi imparare come costruire sul serio un’allocazione che funziona per ottenere più rendimento e meno rischi? Questo post ti offrirà tutto ciò che ti serve.

Cosa significa diversificare un portafoglio in modo efficace

La diversificazione degli investimenti è un principio chiave nella gestione di un portafoglio finanziario, e la sua efficacia dipende in gran parte dalla correlazione tra le diverse classi di asset. Il coefficiente di correlazione, in sintesi, misura il grado di relazione tra i movimenti dei prezzi di investimenti. Una bassa correlazione implica che i due asset si muovono in modo indipendente l’uno dall’altro, mentre una correlazione alta suggerisce che i loro prezzi tendono a muoversi insieme.

Una strategia di diversificazione efficace cerca di creare un’asset allocation strategica contraddistinta da una bassa correlazione tra le parti che la compongono. Questo perché, se due asset sono altamente correlate, possono reagire in modo simile agli stessi eventi di mercato, riducendo l’efficacia della diversificazione.

Ad esempio, consideriamo azioni e obbligazioni. Storicamente, queste due classi di attivo hanno mostrato un basso legame o addirittura una correlazione negativa in molti casi. Quando le azioni scendono le obbligazioni tendono a offrire rendimenti più stabili o addirittura in aumento, e viceversa. Questa dinamica può aiutare a bilanciare il portafoglio, riducendo il rischio complessivo.

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Allo stesso modo, investire in asset con correlazioni basse tra diversi settori dell’economia può contribuire a diversificare ulteriormente il portafoglio. Ad esempio, durante un rallentamento economico i settori difensivi come l’healthcare e i beni di prima necessità possono performare meglio rispetto ai settori ciclici come la tecnologia e l’energia.

Tuttavia è importante notare che la correlazione tra asset può variare nel tempo e in diverse condizioni di mercato. Pertanto gli investitori devono monitorare attentamente il grado di dipendenza tra le diverse componenti del loro portafoglio e adattare di conseguenza la propria strategia.

Vantaggi di una diversificazione di portafoglio fatta bene

Riduzione del rischio

Una delle principali ragioni per cui gli investitori suddividono il loro patrimonio in strumenti diversi è la riduzione del rischio. Se si investe tutto il capitale in un singolo titolo o in un settore specifico, si corre il pericolo di subire perdite significative se quel particolare investimento dovesse subire una flessione. Evitando di “mettere tutte le uova nello stesso paniere” le eventuali perdite su alcuni possano essere compensate dai guadagni su altri.

Abbiamo visto, infatti, che se si investe sia in azioni che in obbligazioni, e le azioni subiscono una caduta improvvisa, le eventuali perdite su queste potrebbero essere attenuate dai rendimenti più stabili delle obbligazioni o dall’oro, così come altre commodities. Lo stesso principio si applica, infatti, alla diversificazione tra diverse aziende, settori e classi di asset, come immobili, materie prime e valute.

Massimizzazione del rendimento potenziale

Oltre a ridurre il rischio complessivo del portafoglio, la strategia può anche massimizzare il rendimento atteso nel lungo periodo. Investire in una varietà di asset, in definitiva, consente di beneficiare delle opportunità di crescita in diversi settori e mercati. Infine, la differenziazione permette agli investitori di mitigare l’impatto di eventuali shock economici o politici in determinate regioni o settori.

Come diversificare un portafoglio in modo efficace

Esistono diverse strategie, ciascuna con le proprie caratteristiche e vantaggi:

  1. Diversificazione tra classi di asset: questo approccio coinvolge la distribuzione del capitale tra diversi tipi di attivo, come azioni, obbligazioni, immobili, materie prime e liquidità. La strategia mira prevalentemente a ridurre il rischio;
  2. Diversificazione geografica: consiste nell’investire in mercati internazionali, inclusi gli emergenti, al fine di ridurre l’esposizione a rischi specifici di un singolo paese o regione e beneficiare delle opportunità di crescita globale;
  3. Diversificazione settoriale: implica la distribuzione del capitale tra diversi settori dell’economia, come tecnologia, sanità, energia, finanziario, al fine di ridurre l’esposizione a rischi specifici di un settore particolare;
  4. Diversificazione temporale: coinvolge la distribuzione degli investimenti nel tempo, investendo somme fisse ad intervalli regolari (noto anche come “dollar-cost averaging”), che permette di ridurre l’impatto della volatilità dei mercati;
  5. Diversificazione valutaria: consiste nell’investire parte del proprio capitale in valute non euro come, ad esempio, il dollaro americano la sterlina britannica o lo yen giapponese.

I nostri consigli

Suddividere il proprio portafoglio in una pluralità di strumenti diversi aiuta a rasserenare l’investitore. In caso di ribasso dei mercati, infatti, questi sarà più tranquillo sapendo di aver distribuito in modo corretto i propri averi. Peraltro è di fondamentale importanza evitare la diversificazione apparente, ossia la sovrapposizione di strumenti diversi che si muovono all’unisono.

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