Db X-Trackers: e se fallisse la Deutsche Bank?

26 Luglio 2019

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Molti ETF di Db X Trackers sono a replica sintetica. Ecco cosa accadrebbe se la Deutsche Bank andasse in default.

Il funzionamento degli ETF a replica sintetica

Per capire cosa accadrebbe agli ETF Db x-trackers in caso di default della Deutsche Bank, analizziamo in dettaglio il loro funzionamento. Per prima cosa entriamo più a fondo del meccanismo della replica sintetica, che tanta paura fa agli investitori.

I DB ETF che sintetizzano la replica del sottostante, utilizzano i soldi raccolti per comprare un paniere di titoli, che non sono necessariamente gli stessi che compongono l’indice che il prodotto dovrebbe replicare.

In particolare, al tempo zero l’ETF ha in portafoglio un insieme di titoli e di liquidità che si definiscono “paniere sostitutivo”. A quel punto la società di gestione stipula un contratto derivato con alcune controparti.

Grazie al derivato, che tecnicamente si chiama “swap”, viene definito un livello di partenza dell’indice che l’ETF replicherà. In breve, il paniere sostitutivo e il portafoglio “indice” hanno lo stesso valore.

A partire da quella data avverrà uno scambio di flussi finanziari tra i soggetti coinvolti. Intendo dire che l’ETF darà la performance del paniere sostitutivo alla controparte. Questa, invece, pagherà all’ETF la performance del paniere di mercato.

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I rischi degli ETF a replica sintetica

Con il passare del tempo, le performance del paniere indice (ossia ciò che fa il mercato sottostante) e quello del paniere sostitutivo divergono.

A titolo di esempio, immagina che il paniere sostitutivo passi da 100 a 105, mentre il paniere indice passa da 100 a 107. Se la controparte del derivato dovesse andare in default, andrebbe perduta solo la differenza di performance, pari al 2%.

Al contrario, il capitale dell’ETF verrebbe comunque garantito dalla presenza del paniere di titoli fisici che il prodotto ha in portafoglio.

Tre ragioni per cui un fallimento della DB non toccherebbe gli X Trackers

Alla luce di quanto visto, ci sono tre ragioni per le quali se hai sottoscritto gli ETF DB sei in una botte di ferro. Vediamoli singolarmente.

La protezione UCITS

Grazie alla normativa europea UCITS, il rischio di controparte per gli ETF sintetici non può superare il 10%. In pratica, rispetto al tempo di partenza del contratto derivato, la differenza di performance tra i due panieri non potrà superare il 10%.

In tale modo un eventuale default della controparte provocherebbe un danno massimo del 10%.

La policy di DB

In aggiunta a ciò, DB X trackers limita l’esposizione al rischio controparte al 5%. Ciò implica che qualora lo scostamento tra i rendimenti dei due panieri che genera un credito “rischioso” superasse la soglia si avrebbe un riallineamento.

Per meglio garantire i clienti, DB limita la durata dei contratti swap ad un massimo di un anno. Infine le controparti del derivato vanno da un minimo di 3 ad un massimo di 7.

In tale modo il rischio del 5% va suddiviso tra più controparti, limitando l’impatto negativo di un default eventuale di una di esse.

Controparti variabili

Le controparti del contratto derivato cambiano da ETF ad ETF. Puoi verificare caso per caso di chi si tratta sul sito degli ETF Deutsche Bank, nelle singole schede prodotto.

La cosa interessante è che molti degli ETF x-trackers a replica sintetica non hanno nemmeno la Deutsche Bank come controparte del derivato. Un motivo in più per stare tranquilli.

Cosa accadrebbe agli ETF se fallisse la Deutsche Bank?

Un eventuale default della DB non avrebbe ripercussioni rilevanti sugli ETF gestiti. Visto che l’ETF ha in portafoglio dei titoli fisici, e che il rischio controparte è limitato al 5%, la perdita massima ammonterebbe all’1,67%.

In breve tale valore si ottiene dividendo la perdita massima del 5% per le 3 controparti minime con cui il derivato è stipulato.

Inoltre il danno si materializzerebbe se e solo se la DB fosse una delle controparti del contratto di swap. Se, invece, non lo fosse il rischio sarebbe nullo.

Tutti salvi con DB!!

Spero di averti dimostrato come, in finanza, i luoghi comuni che circolano siano molte volte sbagliati e fuorvianti. Intendo dire che purtroppo gli investitori in cauti non verificano i fatti, ma prendono per buone le opinioni raccolte in giro.

Per concludere queste possono essere sbagliate, poiché provengono da soggetti che non si sono presi la briga di approfondire una certa materia.

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Giacomo Saver- CEO di Segreti Bancari

In una newsletter settimanale di 13 pagine tutte le notizie, le analisi indipendenti e i commenti che servono per investire.