Scopri perché una consulenza fee-only è la scelta migliore per la tua serenità finanziaria, senza costi nascosti e conflitti d’interesse. Tutto ciò significa una sola cosa: miglior trattamento e maggiori rendimenti.
L’evoluzione della consulenza in materia di investimenti
Negli ultimi anni, la figura del consulente finanziario indipendente ha guadagnato sempre più terreno rispetto ai consulenti legati a banche o reti di promotori finanziari. La differenza principale tra queste due figure sta nel modello di remunerazione e, di conseguenza, nel tipo di servizio offerto. Mentre i consulenti di banche e reti ottengono commissioni per la vendita di prodotti finanziari, il consulente indipendente (sia esso una persona fisica o una società, come nel nostro caso) non è vincolato da interessi commerciali. La sua unica fonte di guadagno è la parcella pagata direttamente dal cliente. Questa struttura trasparente è alla base del modello di consulenza fee-only (solo a parcella), particolarmente diffuso nei Paesi anglosassoni, e si sta affermando anche in Italia come un modello sempre più apprezzato dagli investitori consapevoli.
Il costo nascosto dei promotori finanziari
Spesso si crede, erroneamente, che rivolgersi a un promotore finanziario non abbia costi diretti per il cliente. È vero, in un certo senso: il promotore non viene pagato direttamente, ma attraverso le commissioni su prodotti finanziari che vende. E quelle commissioni le paga il cliente, anche se in maniera indiretta.
Questi costi, che si annidano nelle pieghe delle commissioni sui fondi o altri strumenti finanziari, vanno ad erodere i rendimenti potenziali. I fondi attivi, ad esempio, raramente riescono a superare il mercato, ma comportano spese alte, nell’ordine del 2% l’anno secondo le stime di Morningstar, che incidono sui profitti finali dell’investitore. Si paga, quindi, un prezzo elevato per strumenti che potrebbero non essere nemmeno adeguati agli obiettivi o al profilo di rischio del cliente.
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I rischi del “fai da te” e del consulente Bancario
Chi preferisce evitare i costi della consulenza, affidandosi alla propria esperienza o a un promotore bancario, spesso finisce per pagare in termini di performance e opportunità perse. I rischi principali sono:
- Costi elevati dei prodotti inefficienti – I fondi attivi raramente battono il mercato e comportano commissioni elevate, erodendo i guadagni.
- Costi dovuti all’inesperienza – Investire senza una chiara strategia o comprensione degli strumenti comporta gravi perdite, soprattutto in momenti di volatilità.
- Scelta di strumenti non congrui al rischio – Prodotti troppo rischiosi venduti come sicuri possono portare a crolli improvvisi del capitale.
- Gestione inefficace della liquidità – Troppa o troppo poca liquidità in portafoglio può essere altrettanto pericolosa quanto un cattivo investimento.
- Strumenti troppo conservativi – In un contesto inflazionistico, la paura di investire porta spesso a scegliere strumenti a basso rendimento che, in realtà, compromettono il potere d’acquisto a lungo termine.
Consulenza finanziaria indipendente: i costi
Il costo di un consulente finanziario indipendente può variare significativamente a seconda del tipo di parcella applicata e del livello di servizio richiesto. Le parcelle possono essere calcolate in diversi modi, e spesso sono il risultato di un accordo tra consulente e cliente basato sulle necessità e sugli obiettivi finanziari di quest’ultimo. Esistono principalmente quattro modalità di calcolo:
- Parcella fissa (flat fee): Questo tipo di parcella prevede il pagamento di un importo fisso per un periodo di tempo prestabilito, di solito un anno. Ad esempio, un consulente potrebbe chiedere una parcella fissa di 3.000 euro all’anno per un servizio che comprende la pianificazione finanziaria, la gestione del portafoglio e la consulenza continuativa. Questo modello ha il vantaggio di offrire una completa trasparenza al cliente, che sa esattamente quanto spenderà per il servizio ricevuto. Inoltre, elimina qualsiasi rischio di conflitto di interessi, poiché il consulente non è incentivato a prendere decisioni finanziarie rischiose per aumentare le proprie commissioni.
- Parcella variabile o percentuale sul patrimonio: In questo modello, il consulente addebita una percentuale del patrimonio gestito, con pagamenti che possono essere effettuati su base trimestrale o annuale. Ad esempio, un consulente potrebbe chiedere l’1% del patrimonio annuo. Secondo uno studio apparso a marzo 2023 su IlSole24Ore il costo medio della consulenza autonoma si aggira intorno allo 0,97% del patrimonio del cliente. Tale valore scende per patrimoni di importo molto consistente (di solito sopra il milione di euro)
- Performance fee: Un’altra modalità di remunerazione è la performance fee, dove il consulente viene pagato una percentuale sui guadagni realizzati dal cliente. Ad esempio, se il portafoglio del cliente ottiene una performance positiva, il consulente riceverà una percentuale del guadagno. Questo modello presenta rischi legati al conflitto di interessi, poiché potrebbe portare il consulente a privilegiare strategie più aggressive per massimizzare i guadagni nel breve termine, senza tener conto degli obiettivi di lungo termine del cliente.
- Parcella oraria: In alcuni casi, soprattutto quando il patrimonio del cliente è limitato o la consulenza richiesta è mirata su specifiche aree (ad esempio mutui, finanziamenti o pianificazione previdenziale), il consulente può applicare una parcella oraria. Questo modello è particolarmente adatto per chi cerca consulenza occasionale o non ha bisogno di una gestione patrimoniale continuativa. La parcella oraria consente di pagare solo per il tempo effettivamente dedicato alla consulenza, con tariffe che possono variare in base alla complessità del caso. Di solito la tariffa oraria si aggira tra i 100 € i 150 € l’ora.
Il vero valore della consulenza indipendente in materia di investimenti
Alla luce di tutto ciò, il costo della consulenza finanziaria indipendente può essere visto come un investimento piuttosto che una spesa. Non si tratta solo di gestire il patrimonio, ma di evitare gli errori che possono compromettere anni di risparmi e pianificare strategicamente il futuro finanziario del cliente.
Quando un consulente indipendente lavora senza conflitti di interessi, è in grado di suggerire le migliori soluzioni per il cliente, inclusa la corretta gestione della liquidità e la scelta di strumenti efficienti come gli ETF. Tutto ciò contribuisce a migliorare i rendimenti a lungo termine, riducendo al minimo i costi e i rischi legati a prodotti finanziari inefficaci.
Conclusione: i nostri consigli
La consulenza finanziaria indipendente ha un costo, che può sembrare inizialmente elevato se confrontato con la percezione di “servizi gratuiti” dei promotori finanziari. Anche perché essendo pagato dal cliente la percezione dell’uscita di denaro è più forte che nel caso di un prelievo “nascosto” a monte. Tuttavia, come abbiamo visto, il vero costo della consulenza bancaria è nascosto nelle commissioni e nei prodotti inefficaci che vengono collocati, spesso senza una strategia che non sia la massimizzazione del proprio profitto. La consulenza fee-only offre trasparenza, indipendenza e una strategia chiara e personalizzata, volta a garantire la sicurezza finanziaria del cliente nel lungo termine.
Pagare un consulente indipendente è un investimento sulla serenità finanziaria e sul successo a lungo termine. In finanza, non esistono pasti gratis, ma esistono scelte consapevoli che fanno la differenza.
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