Conviene affidarsi ad un consulente bancario?

6 Dicembre 2023

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Le banche hanno giocato un ruolo fondamentale per le decisioni dei risparmiatori, ma sono ancora l’alternativa migliore? Probabilmente no.

La banca è tradizionalmente il centro delle decisioni di investimento dei risparmiatori, lì dove le persone accumulano denaro e decidono come piazzarlo. Per farlo, di solito ci si avvale del proprio consulente bancario: ma siamo proprio sicuri che sia una buona idea?

Sebbene la maggior parte delle famiglie continui a optare per approcci più tradizionali attraverso le banche, i consulenti stanno guadagnando quote di mercato, spingendo persino alcuni lavoratori bancari a una scelta inaspettata: lasciare l’impiego stabile per diventare consulenti finanziari autonomi, attratti da maggiori opportunità di guadagno e la flessibilità professionale.

In questo articolo andremo ad analizzare cos’è una consulenza bancaria e perché ha senso evitarla per i risparmiatori: investire seguendo il proprio istituto di credito non è affatto una buona idea.

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Chi sono i consulenti bancari?

Un consulente bancario è un professionista impiegato da una banca o un istituto finanziario per offrire consulenza e assistenza ai clienti nella gestione dei loro servizi finanziari. Questo professionista consiglia i clienti su prodotti finanziari, come conti correnti, carte di credito, investimenti e altri servizi offerti dalla banca.

Prima di affidarsi a un consulente finanziario, è essenziale verificare la sua idoneità professionale consultando l’albo categoriale. I financial advisor in Italia si suddividono principalmente in tre categorie: consulenti abilitati all’offerta fuori sede (ex promotori finanziari), consulenti autonomi e società di consulenza finanziaria (Scf). 

La categoria predominante è quella dei consulenti abilitati all’offerta fuori sede, operanti per reti e banche specializzate nella gestione del risparmio, con una struttura snella e uffici finanziari semplificati. 

Le principali banche-reti includono Fideuram ISPB, Banca Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz Bank Financial Advisors e Azimut. Altri attori rilevanti sono Bnl Bnp Paribas, CheBanca! (Mediobanca), Credem, Banca Euromobiliare, Deutsche Bank e Banca Widiba (Montepaschi). Queste reti impiegano centinaia o migliaia di consulenti con contratti di agenzia.

Come operano

Nell’offrire consulenze d’investimento e raccomandare prodotti finanziari, i consulenti seguono direttive della banca o della rete di appartenenza, assumendosi una responsabilità congiunta in caso di problematiche con i clienti. 

I consulenti abilitati all’offerta fuori sede solitamente gestiscono il patrimonio dei clienti attraverso fondi comuni d’investimento o gestioni patrimoniali personalizzate, costruendo portafogli diversificati per adattare il rischio al profilo e alla tolleranza alle perdite del cliente. 

Gli agenti non ricevono compensazioni dirette dagli investitori, ma vengono remunerati in base al patrimonio gestito, pagati dalla banca-rete. Quest’ultima, a sua volta, riceve commissioni di collocamento dalle società di gestione del risparmio (SGR) per i fondi promossi dai consulenti. Gli oneri per il cliente sono principalmente impliciti, inclusi nelle commissioni applicate ai fondi, incidendo direttamente sui rendimenti annuali o aumentando le perdite.

Come scegliere un consulente finanziario

La scelta di un consulente finanziario è una decisione fondamentale, specialmente per coloro che non sono esperti del settore. Per consigli di grande complessità, come la pianificazione patrimoniale, c’è bisogno di un consulente di alto livello. 

Nella selezione di un consulente finanziario, è fondamentale assicurarsi che agisca come fiduciario, dando priorità ai tuoi interessi. Controlla che abbia delle credenziali riconosciute, che indicano competenza e standard etici. 

Comprendere come viene remunerato il consulente è una chiave: i consulenti pagati direttamente dai clienti riducono i conflitti di interesse. La chiarezza nella comunicazione è essenziale, e un buon consulente dovrebbe spiegare le cose chiaramente senza farti sentire inadeguato. Trovare un consulente che ti tenga sulla retta via, dimostrando competenza, umiltà ed empatia, è necessario per una relazione di successo.

Conclusioni: perché evitare un consulente bancario

La categoria dei consulenti finanziari autonomi, conosciuti anche come fee-only, rappresenta un’alternativa preferibile in Italia. Questi professionisti, iscritti in un’apposita sezione dell’albo, si differenziano perché operano senza legami economici con le società che gestiscono i fondi. 

Al fine di evitare conflitti di interesse, ricevono una remunerazione diretta dal cliente per il servizio di consulenza. I consulenti autonomi non gestiscono direttamente il capitale del cliente, costruendo invece portafogli diversificati utilizzando spesso ETF a commissioni basse. 

Questi consulenti stanno crescendo in popolarità. In ogni caso, la chiave è affidarsi a professionisti che offrano servizi basati sulla diversificazione del rischio, fondamentale per evitare sorprese negative nei mercati finanziari.

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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari

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