I Millennials sono una generazione esigente, alle prese con sfide crescenti e con esigenze del tutto nuove da soddisfare. Ecco come e dove investono i nuovi protagonisti del mercato finanziario globale.
Esigenze e caratteristiche di un Millennial
Prima di addentrarci sul come e sul dove investono i Millennials è opportuno capire bene di chi stiamo parlando. Con il termine, infatti, si intende quella fascia giovanile della popolazione nata tra il 1980 e il 1994. Il nome designa, in definitiva, quel gruppo di persone che al momento del passaggio al 2000 erano molto giovani.
Essi sono alla ricerca di soluzioni di investimento:
- semplici
- obiettive (e magari anche indipendenti)
- flessibili e controllabili.
La loro estrema “digitalizzazione” , la precarietà che li spinge verso l’insicurezza e in alcuni casi alla povertà e la frammentata educazione finanziaria fa di loro una categoria con esigenze di investimento specifiche.
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Molti di loro hanno una errata concezione del rischio, che sottostimano. L’interesse per nuovi prodotti finanziari, come le criptovalute e il Metaverso, li espone a pericoli di perdita del capitale.
Le forme di consulenza preferite
Il sentirsi a proprio agio con le tecnologie digitali, insieme con il desiderio di indipendenza, spinge un Millennial verso forme di consulenza evoluta. Un particolare apprezzamento va ai Roboadvisors che offrono dei portafogli modello ottimizzati sulla base di un algoritmo, lasciando però il cliente libero di seguire in tutto o in parte le indicazioni proposte.
La metà della popolazione giovanile, infatti, desidera essere parte in causa delle proprie decisioni finanziarie. Una volta ricevuto un “input” ama informarsi in modo autonomo. L’80% circa, inoltre, ama la rapidità e l’efficienza delle tecnologie digitali.
Alla luce dei ciò non deve stupire la preferenza per forme di consulenza generiche basate sull’abbonamento a servizi che offrono dei portafogli modello da replicare in autonomia. La predilezione per la tecnologia rende i portafogli costruiti sulla base di algoritmi statistici molto apprezzata da questa fascia di età.
Seconda opzione: un consulente in carne ed ossa
Alcuni Millennial, invece, preferiscono forme di consulenza più tradizionali. Si tratta, in definitiva, di quei giovani che si trovano a dover gestire patrimoni importanti, magari in occasione del passaggio intergenerazionale. A differenza di un Roboadvisor, infatti, il consulente fisico offre alcuni vantaggi interessanti:
- verifica la corretta esecuzione delle operazioni. Spesso, infatti, il portafoglio modello non viene replicato nella sua interezza. Questo crea un disequilibrio tra le varie asset class, poiché è come se da una ricetta togliessimo arbitrariamente un ingrediente;
- contiene l’emotività del cliente evitandogli di compiere scelte irrazionali che la finanza comportamentale ben conosce e delimita.
Gli strumenti preferiti
Nonostante strizzino l’occhio alle cpyptocurrencies, i Millennials per lo più continuano a prediligere gli investimenti tradizionali. Secondo un sondaggio, infatti, il 40% circa delle disponibilità è impiegato in azioni, il 25% nei classici fondi comuni di investimento mentre ai bond va un 20% grosso modo.
Una ricerca condotta da Bank of America, invece, dimostra che i giovani sono un popolo di risparmiatori. Un Millennial, infatti, inizia già a risparmiare all’età di 24 anni. La scelta deriva probabilmente dall’ambiente “liquido” e perturbato in cui si trovano a vivere.
Molti giovani, infatti, si rendono conto della fine dello Stato Sociale e delle garanzie che questo offriva. Un ruolo importante, nella scelta dei prodotti e delle strategie di investimento, è giocato dal tema pensionistico. A tal fine molti giovani ricorrono a forme di accantonamento periodico di una quota del reddito, ad esempio sotto forma di PAC.
Come investono i Millennials? Conclusione
Vivono in simbiosi con la tecnologia. Ma avvertono la necessità di un supporto “guidato” nelle loro scelte finanziarie. Amano la semplicità e la potenza dei Roboadvisor, ma se il capitale è elevato preferiscono essere affiancati da un consulente in carne ed ossa.
Avendo un lungo orizzonte temporale davanti a sé la classe di attivo preferita sono le azioni. I fondi comuni di investimento, pur rivestendo un ruolo importante, non sono l’attività finanziaria preferita. Consapevoli del gap pensionistico, infine, i Millennials investono, sotto forma di PAC, quote costanti del loro reddito in vista della vecchiaia.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari