Le regole da seguire e le strategie migliori per investire in modo autonomo, sicuro e redditizio anche nei contesti difficili.
Investire nel 2022: alcune buone regole da seguire
La parola chiave per la miglior strategia di investimento è “diversificare”.
La creazione di un portafoglio ampiamente diversificato può ridurre il rischio di perdite indesiderate, superiori alla “soglia critica” della propria propensione al rischio. Normalmente un buon portafoglio dovrebbe includere un mix di azioni, obbligazioni, commodities e liquidità. Perché? In determinati momenti storici può capitare che un’asset class diminuisca di valore o che un intero settore vada in picchiata (per qualsiasi ragione). Ciò nonostante un’asset allocation ben fatta sarà influenzata solo marginalmente dagli eventi, anche i più nefasti.
Una volta diversificate le proprie risorse è importante seguire un piano d’investimento ben delineato a monte. Perché pianificare è tutt’altro che inutile? Nella mia trentennale esperienza ho visto molte persone prendere le più disparate decisioni guidate dalle emozioni. Probabilmente la cosa peggiore che ho visto fare è svendere i propri asset (perdendo soldi) durante un mercato ribassista. Perché questo accade? Mancanza di pianificazione!
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Anche se dura da accettare, soprattutto nei momenti più impegnativi, rimanere investito a lungo termine è strategia più sicura e statisticamente più performante.
Dopo le elezioni del nuovo presidente degli Stati Uniti, ad esempio, i settori che più ne hanno risentito sono quello sanitario, energetico e finanziario. Una “cabina di regia” a monte avrebbe evitato una esposizione scorretta verso settori non performanti.
I migliori investimenti nel 2022
Dopo un 2021 positivo il mercato azionario è stato scosso dall’invasione dell’Ucraina ad opera delle forze russe. Tuttavia anche nei periodi più bui è possibile investire serenamente. Si, ma dove? Tra i titoli da tenere sott’occhio quest’anno ci sono senza dubbio le azioni value, ovvero, tutti quei titoli appartenenti (di norma) a settori difensivi che vantano, inoltre, dei buoni bilanci… aziende solide insomma.
Anche i titoli tecnologici, nonostante siano stati penalizzati dalla rotazione settoriale in corso, sono ancora molto appetibili.
L’avvicinamento dell’investitore “retail” al mercato azionario richiede comunque una maggiore prudenza in questo momento. L’importante è non prendere sotto gamba il rischio pur di rincorrere gli alti rendimenti registrati nel passato.
Per questo motivo è importante dedicare tempo allo studio e alla buona formazione, per apprendere i rudimenti necessari per essere in grado di investire in maniera autonoma in modo efficiente ponderando attentamente i rischi.
Investire in modo sicuro mettendosi al riparo dai rischi
Purtroppo non esistono investimenti completamente privi di rischio, nemmeno la liquidità lo è. Basti pensare alla svalutazione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Una banca può sempre fallire, una valuta divenire carta straccia, persino uno Stato sovrano può andare incontro a un default. Però, escludendo storici eccezionali e muovendosi con la giusta attenzione, è possibile investire in modo sicuro e redditizio calibrando un portafoglio sulla base dei propri obiettivi e sulla propria tolleranza al rischio.
Esistono tuttavia diverse tipologie di prodotti che permettono oggi ai risparmiatori di trovare il giusto equilibrio tra rendimento e protezione. Gli ETF sono uno di questi strumenti a disposizione dell’investitore. I fondi passivi replicano un indice di mercato (azionario, obbligazionario, ecc…) così da permettere la costruzione di un portafoglio con semplicità, trasparenza e bassi costi.
Meglio un investimento periodo o un’unica soluzione?
Alcuni esperti del mondo della finanza sostengono che l’investimento graduale sia il migliore in assoluto, in quanto riduce le probabilità di investire tutti i propri fondi alla vigilia di un calo del mercato che diverrebbe poi difficile da recuperare. Ciò è senza dubbio vero, ma non ritengo che l’investimento periodico sia l’unica strada percorribile. L’esperienza insegna che considerare i pro ed i contro di un approccio graduale ed uno “fast”, mixandoli adeguatamente, produce i migliori risultati, non solo in termini di rendimento, ma anche di serenità.
Quali sono e in cosa consistono queste due strategie?
l PIC: Piano di Investimento di Capitale
Questa formula corrisponde ad un investimento in un’unica soluzione. Il PIC è quindi particolarmente indicato per il risparmiatore che dispone di una certa somma fin da subito e prevede d’investire “tutto d’un fiato” entrando a mani basse sul mercato. Di solito chi usa un’ approccio tipico del PIC ha esigenze di crescita della propria ricchezza.
Come investire in autonomia? Te lo spiega Welcome.
l PAC: Piano di Accumulo di Capitale
Questa seconda formula consiste nell’investimento di somme diluite nel tempo, con regolarità (ad esempio mensilmente, trimestralmente e così via). L’obiettivo tipico è, nel medio e lungo periodo, raggiungere un capitale maggiore della somma dei risparmi periodici accantonati (quindi una crescita), ma tendenzialmente quest’ultima sarà più modesta perché si mette al primo posto la prudenza.
Si comprende bene come entrambi gli approcci abbiano dei pro e dei contro. Se da un lato il PIC può garantire un maggior rendimento nell’immediato, il PAC rende l’investimento psicologicamente più sostenibile perché permette di mediare al ribasso il prezzo (pratica molto amata). Mixare tra i due permette un buon compromesso tra rendimento e rischio, ma soprattutto tra sostenibilità e serenità. In fondo le strategie sono come le diete, tendenzialmente sono tutte buone, ma falliscono perché non si ha la coerenza di seguirle con costanza negli anni.
Su cosa conviene puntare se investo oggi?
Ogni risparmiatore ha il proprio profilo di rischio, le proprie disponibilità di denaro da impiegare in investimenti ed un tempo limitato per poter raggiungere determinati obiettivi, quindi ci saranno diversi strumenti su cui puntare. Tuttavia, entrando nel merito, le azioni oggi sono senza dubbio l’investimento finanziario più redditizio, oltre che il più rischioso da tenere in considerazione.
Data la loro abilità nel battere il 100% delle volte (storicamente parlando) l’inflazione devono essere assolutamente considerate all’interno di un portafoglio. L’alta volatilità però richiede l’uso di strumenti quali gli ETF, in modo da poter diversificare adeguatamente il rischio.
Le aziende che si occupano di digitale o di transazione ecologica, inoltre, potranno beneficiare del trend in atto. Ecco alcuni esempi di queste aziende.
Azioni Value
In questo stesso articolo, poco più sopra, avevamo accennato alle azioni value come potenziali candidati da aggiungere in un portafoglio diversificato, ma perché? Il momento storico vede un forte ritorno della volatilità sulla maggior parte dei listini globali. Le azioni tipicamente di crescita appartenenti a settori ciclici (e quindi più “aggressivi”) stanno subendo i ribassi più marcati (ad esempio il comparto bancario).
In questo contesto le azioni value (ovvero difensive) s’incastrano molto bene perché permettono all’investitore di esporsi su società solide, dai buoni bilanci, tipicamente anti-cicliche che risentono meno delle intemperie globali.
Conclusioni
Per imparare ad investire in autonomia è necessario disporre di un piano di investimento solido, basato sull’ammissione della propria incapacità di prevedere il futuro. Oltre ad una “cabina di regia” inoltre, serve un’adeguata formazione comportamentale per evitare di commettere errori.
Infine un aggiustamento periodico permetterà di tenere il portafoglio sempre aggiornato in base alle differenti situazioni.
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Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari