C’è una bolla speculativa sugli ETF?

10 Giugno 2020

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Due autorevoli personaggi ipotizzano l’esistenza di una bolla speculativa sugli ETF, la cui deflagrazione aprirebbe una voragine nei portafogli degli investitori.

ETF e bolla speculativa

Una bolla speculativa si forma in seguito alla forte domanda di strumenti finanziari. Questa, in particolare, crea un’impennata delle quotazioni. A causa di ciò i prezzi si scollano dal sottostante, salendo senza sosta fino ad un certo punto.

Una notizia esterna che innesca il ribasso fa esplodere la bolla. A quel punto gli investitori tornano con i piedi per terra e meno soldi in tasca. In breve Corrado Passera e Michael Burry sostengono che la crescita esponenziale del mercato degli ETF stia creando una bolla sugli stessi.

Ma davvero gli ETF sono rischiosi? In questo post cercheremo di dimostrare che, entro certi limiti, è impossibile che gli ETF siano oggetto di una bolla speculativa.

Sebbene abbiano raccolto 1,68 miliardi di euro a gennaio 2020, gli ETF rappresentano solo il 4% del mercato. Oltre a ciò c’è un altro fatto da tenere presente.

A differenza di altri strumenti finanziari oggetto della formazione di una bolla, gli ETF sono legati a filo doppio con il sottostante. Intendo dire che la crescita degli scambi è in parte slegata dalla creazione di nuovi strumenti.

Grazie agli ETF un ex bancario ha ottenuto guadagni costanti ed elevati su tutti i suoi portafogli. Ed ora è pronto a condividere con te la sua esperienza e operatività per dirti dove investire. Scopri il servizio Investment Club.

Come funzionano gli ETF

Al pari degli altri strumenti finanziari quotati gli ETF hanno un mercato primario ed uno secondario. L’investitore persona fisica, in sintesi, conosce solo il secondo, non potendo accedere al primo.

Tuttavia comprendere come funzionano gli ETF è importante alla luce della domanda in cerca di risposta: c’è davvero una bolla speculativa su questi strumenti?

Il mercato secondario degli ETF

Gli ETF vengono di norma comprati e venduti sul mercato secondario. Intendo dire che chi vuole fare un investimento inserisce un ordine direttamente sul mercato di borsa.

L’elevato volume di scambi degli ETF, che a gennaio 2020 ha raggiunto il record di 555.719 contratti mensili, non implica che il valore degli stessi possa scostarsi da quello del sottostante.

In modo particolare esiste un meccanismo, detto arbitraggio, che permette guadagni senza rischi qualora il prezzo di un ETF divergesse da quello del sottostante che replica.

Tuttavia il secondario non è l’unico mercato degli ETF. Essi vengono creati in un altro luogo: il mercato primario.

Il mercato primario degli ETF

La richiesta di nuovi ETF e la conseguente creazione di nuove quote è riservata agli investitori istituzionali.

Questi, in definitiva, versano denaro e/o i titoli sottostanti all’emittente in cambio di nuove quote di ETF. Si tratta di un fenomeno particolare che sfugge al controllo degli investitori finali e che riguarda solo una parte degli ETF scambiati.

La domanda di ETF sul mercato secondario non innesca subito una bolla speculativa. Le quotazioni, infatti, devono sempre aderire a quelle del sottostante.

Solo una domanda fortissima di ETF, infatti, implicherebbe la creazione di nuovi strumenti. E la formazione di una possibile ed eventuale bolla.

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Gli ETF non sono in bolla

È nostra opinione che gli ETF non siano in una bolla speculativa. Né possano esserlo, di per sé, in quanto semplici veicoli di investimento.

La domanda di ETF deriva dalla volontà degli investitori di avere una certa classe di attivo in portafoglio. Tuttavia fino a che si opera sul mercato secondario alla domanda di ETF non corrisponde l’emissione di nuove quote, con il conseguente acquisto di titoli sottostanti.

In definitiva gli ETF si comportano come fondi chiusi, il cui portafoglio è già costituito. Se è vero che non necessariamente l’acquisto di un ETF implica acquisti a catena sul sottostante, il problema della bolla sembra svanire.

Come evitare una bolla sugli ETF

Secondo i detrattori della bolla gli ETF verserebbero denaro sui mercati finanziari facendo crescere le quotazioni. Ciò può essere vero solo a due condizioni:

  • la domanda è così forte da implicare la creazione di nuovi strumenti che devono comprare il portafoglio sottostante
  • il mercato sottostante è poco liquido, cosicché cifre non troppo elevate possono alterarne le quotazioni.

Chi sceglie gli ETF migliori, privilegiando quelli che investono nei mercati più liquidi, non ha quel tipo di problema.

Tutti gli strumenti che usiamo nei portafogli ottimizzati dell’Investment Club hanno le necessarie caratteristiche di liquidità e diversificazione da non essere in bolla.

Resta inteso che nulla esclude che gli ETF subiscano i nefasti effetti di una bolla speculativa che si crea in modo autonomo sui mercati. Ma questo è un altro discorso.

Think different. Invest differently.

Giacomo Saver – Segretibancari.com

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