Tesla ha perso l’11,50% in una settimana. Il panico segue l’euforia. Le azioni sono volatili e instabili, gli ETF più noiosi e più sicuri.
Investire in azioni
Chi ha investito in azioni ha tremato, a marzo 2021. Le quotazioni di alcuni titoli noti, come ad esempio Tesla o Zoom, hanno perso quota. Elon Musk, ad esempio, ha perso 27 miliardi di dollari in una settimana.
Si tratta di una situazione ricorrente per chi si avventura nell’acquisto di azioni singole. Passare dalle stalle alle stelle e viceversa. Fare stock picking è difficile e per questa ragione le tecniche che insegniamo vanno usate in modo residuale all’interno di un portafoglio diversificato.
Ecco quali sono i rischi e le opportunità di chi sceglie un paniere di azioni in modo autonomo e concentrato.
Il rischio specifico
Il grafico che segue mostra l’andamento comparato di un ETF sull’indice azionario globale MSCI World confrontato con alcune note azioni. È immediato notare come, a marzo 2021, la discesa delle seconde sia stata piuttosto marcata:
La ragione per cui i singoli titoli possono perdere di più dell’indice è la medesima per la quale possono guadagnare: la presenza di un rischio specifico.
In sintesi il rischio specifico è la possibilità che l’andamento di un’azione si allontani da quella dell’indice generale a causa di eventi particolari che la riguardano.
Ad esempio il settore in cui essa opera potrebbe essere “andato male”. O, al contrario, l’azienda potrebbe vedere incrementare i propri profitti in modo esponenziale per effetto di fenomeni esterni.
Le giravolte del mercato
Titoli “growth” possono perdere interesse a favore dei titoli “value” e viceversa. In definitiva il mercato azionario è talmente imprevedibile, nel breve periodo, che tutto può succedere.
Tuttavia l’investitore non vede tutto il processo, ma solo il suo risultato. In altri termini le forze che muovono il prezzo di un’azione, talvolta in modo violento, sono ignote.
Il grafico che segue mostra l’andamento delle stesse azioni di prima su un orizzonte temporale più esteso:
La lezione è chiara: investire nelle azioni giuste, nel momento corretto, è più redditizio. Tuttavia se si comprano i titoli errati, o si investe in quelli giusti ma nel momento sbagliato, sono dolori.
Investire in ETF
Chi compra un ETF investe, di fatto, in un indice di mercato. Si tratta di una scelta più “pigra” che però espone a rischi minori. Avere un numero elevato di titoli in portafoglio, infatti, elimina il rischio specifico lasciando solo quello di mercato.
È tempo di imparare ad investire…
Inoltre l’acquisto di un ETF permette di superare due ostacoli che l’investitore in azioni deve fronteggiare.
Ancoraggio
Come spiegano gli psicologi abbiamo la tendenza ad “ancorarci”, ossia a legarci ad un particolare prezzo passato. Se l’ancoraggio è in corrispondenza della quotazione minima l’investitore rimanderà l’acquisto a causa del timore che i prezzi attuali siano troppo alti.
La sensazione è quella di “aver perso il treno“, per cui si aspetterà uno storno che potrebbe arrivare tardi. O, in ogni caso, non fare scendere le quotazioni fino al punto desiderato.
Viceversa se l’ancoraggio è ai massimi il timore di perdere tutto e di entrare tardi paralizzerà l’investitore.
Chi compra un ETF, invece, ha a che fare con un mercato ampio che nel tempo dovrebbe crescere. Questa consapevolezza riduce l’inerzia, spinge ad investire senza dare troppo peso al “timing” e minimizza gli effetti negativi dell’ancoraggio.
Panic selling
Sebbene gli indici siano più stabili delle azioni, fenomeni di panic selling sono ricorrenti. In casi come questo la diversificazione, in apparenza, diventa inutile. Di fronte ad un calo generalizzato avere più strumenti non ci protegge come vorremmo.
Tuttavia la consapevolezza di avere un portafoglio equilibrato impedisce che le emozioni abbiano il sopravvento fino a spingere a vendere tutto nel momento peggiore.
In definitiva un ETF diversificato protegge l’investitore da se stesso.
La ricetta dell’investitore consapevole
Dire che chi non vuole emozioni forti, ma punta ad una crescita “costante” del capitale, dovrebbe usare solo ETF è riduttivo. Le azioni, infatti, possono aggiungere rendimento ad un portafoglio a patto di scegliere i titoli giusti.
Cosa deve fare, in definitiva, l’investitore consapevole? Credo che la ricetta sia semplice. Da un lato qualsiasi portafoglio deve avere una base di ETF che lo stabilizzi e che rappresenterà la parte più importante dello stesso.
In aggiunta una quota residuale di singole azioni potrà dare “quel qualcosa in più”, senza per questo fare correre rischi eccessivi.
Think different. Invest differently.
§Giacomo Saver – CEO di Segreti Bancari