Le gestioni separate sono prodotti molto gettonati e apparentemente sicuri, ma anche molto rischiose. Scopriamo come tutelare i tuoi risparmi.
La Gestione Separata rappresenta un fondo in cui i capitali vengono principalmente investiti in Titoli di Stato e Obbligazioni. Una peculiarità della Gestione Separata risiede nel suo regime contabile particolare, in quanto i titoli presenti nel portafoglio sono valorizzati al prezzo di acquisto iniziale (contabilizzazione a “costo storico”) fino al momento della vendita o del rimborso.
Questa caratteristica si traduce nel fatto che la Gestione Separata non presenta un valore quota pubblicato regolarmente, come avviene per i fondi comuni, il quale varia nel tempo, ma mantiene una stabilità nel corso degli anni. Il rendimento finanziario viene calcolato annualmente e distribuito ai sottoscrittori.
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Capire la gestione separata
Consideriamo un esempio ipotetico in cui il patrimonio della Gestione Separata ammonta a 100 e il capitale investito produce un rendimento annuale del 4% sotto forma di interessi, cedole e dividendi. Questo rendimento annuale sarà distribuito ai sottoscrittori, ma prima saranno detratti i costi e le commissioni di gestione.
I gestori applicano dei costi che riflettono la stabilità del capitale offerta agli investitori, ma tali costi vanno considerati attentamente. Questi includono:
- Aliquota di retrocessione: ad esempio, se il rendimento della gestione nell’anno è del 4% e l’aliquota di retrocessione è del 90%, significa che il rendimento effettivamente retrocesso ai sottoscrittori sarà del 3,6%.
- Commissione di gestione: È una trattenuta finanziaria che rappresenta il costo sostenuto dalla Compagnia per l’attività di gestione, solitamente variando tra l’1,2% e il 2%. Riprendendo l’esempio precedente, se il rendimento retrocesso fosse del 3,6% e la commissione di gestione fosse del 1,5%, il rendimento effettivo attribuito al sottoscrittore sarebbe del 2,1%.
- Eventuali costi di sottoscrizione.
- Penali per riscatto anticipato.
Quali sono i rischi?
Tuttavia, ci sono una serie di criticità e rischi nel detenere una Gestione Separata a lungo termine. Concetti come “rendimento certo” e “capitale garantito” sono spesso utilizzati per promuovere polizze e strumenti finanziari, ma la realtà è che non esistono tali garanzie.
Un rischio significativo riguarda il paese o l’emittente. Le Gestioni Separate, a causa della loro elevata concentrazione in titoli governativi, presentano una mancanza di efficacia nella diversificazione finanziaria. I sottoscrittori di tali gestioni, più o meno consapevolmente, si espongono agli stessi rischi di controparte (rischio di credito) di coloro che detengono esclusivamente titoli di Stato.
In questi anni si è presentato anche un rischio legato alla prolungata diminuzione degli interessi. Con i titoli di Stato che hanno offerto rendimenti pari a zero o addirittura negativi, è evidente che i nuovi fondi ogni anno sono stati utilizzati dal gestore per acquistare titoli con rendimenti sempre più bassi, riducendo così il risultato complessivo della gestione e compromettendolo sempre di più in futuro.
Inoltre, è importante comprendere che i prezzi delle obbligazioni si muovono in direzione opposta ai tassi di interesse: quando i tassi scendono, i prezzi delle obbligazioni salgono, mentre quando i tassi aumentano, i prezzi delle obbligazioni diminuiscono.
Ora che i tassi di interesse europei sono in risalita, potrebbe verificarsi una situazione di riscatti di massa in cui gli “investitori in cerca di rendimento” usciranno dalle gestioni per migrare verso altri strumenti. Questo può comportare la vendita di titoli per far fronte ai riscatti, e il gestore potrebbe essere costretto a vendere e liquidare i titoli al prezzo di mercato.
Cosa fare?
Le gestioni separate, che investono principalmente in titoli di Stato, solitamente sono considerate relativamente sicure. Tuttavia, quando si verifica una situazione in cui numerosi investitori richiedono il rimborso, la compagnia è costretta a vendere i titoli, i quali potrebbero essere in perdita a causa dell’incremento dei tassi di interesse.
Questo può portare a problemi finanziari e persino al rischio di default delle gestioni separate, come è accaduto nel caso di Eurovita. È importante tenere conto di questa dinamica, poiché l’effetto a catena di riscatti di massa potrebbe compromettere la stabilità e la solidità delle compagnie coinvolte.
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Giacomo Saver – CEO Segreti Bancari